Tumore al collo dell’utero in Malawi: come affrontare la mancanza di cure

Tumore al collo dell’utero in Malawi: come affrontare la mancanza di cure

Il tumore al collo dell’utero è il secondo tumore più mortale nei paesi a basso e medio reddito. In Malawi, nell’Africa orientale, ogni anno oltre 4.000 donne si ammalano di questo tipo di tumore (37% dei nuovi tumori che colpiscono le donne).

Con 2.905 decessi legati a questo tumore nel 2020, il paese ha registrato anche il secondo più alto tasso di mortalità. Dal 2018, abbiamo sviluppato un progetto per ridurre l’incidenza e la mortalità tra le donne nei distretti di Blantyre e Chiradzulu.

L’interesse per il tumore è il risultato di una combinazione di fattori. Nei Paesi a basso reddito, le proiezioni epidemiologiche indicano un declino delle malattie infettive e un contemporaneo aumento delle malattie croniche come il tumore.

La mancanza di risorse e gli stadi tardivi in cui i tumori vengono diagnosticati nell’Africa subsahariana, ad esempio, fanno pensare che alla fine faranno più vittime delle malattie infettive, come avviene attualmente nei paesi ad alto reddito. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la mortalità per tumore raddoppierà in Africa entro il 2040.

In Malawi, dove da molti anni forniamo assistenza medica ai malati di l’HIV/AIDS, abbiamo scoperto che molte delle nostre pazienti avevano anche il tumore al collo dell’utero.

Le donne con HIV hanno una probabilità sei volte maggiore di ammalarsi di tumore al collo dell’utero rispetto alle donne senza HIV. Questo ci ha spinto a effettuare una valutazione completa di questo tumore in Malawi, che ha il secondo tasso di prevalenza e mortalità più alto al mondo.

Nel 2020, sono stati rilevati 4.145 nuovi casi di tumore al collo dell’utero. L’accesso ai farmaci antitumorali è molto variabile, la radioterapia è inesistente e la chirurgia è poco sviluppata. Vogliamo supportare le vaccinazioni per proteggere dal tumore al collo dell’utero, estendere i programmi di screening e sviluppare nuovi piani terapeutici.

Trattare il tumore in un paese in cui la radioterapia è inaccessibile

La radioterapia è il classico trattamento di prima linea per il tumore al collo dell’utero, ma attualmente non è disponibile in Malawi. Negli ultimi due anni, abbiamo sviluppato un modello di cura che combina chemioterapia e chirurgia.

Dopo tre-sei cicli di chemioterapia, i tumori si sono ridotti e possono essere operati, salvando la vita delle pazienti. Non abbiamo ancora dati per valutare il tasso di sopravvivenza a due anni, ma il trattamento mostra risultati soddisfacenti e si può prevedere che grarantisca un’aspettativa di vita vicina a quella del trattamento con radioterapia.

Nei paesi a risorse limitate, questo tipo di cura potrebbe essere considerato una seria alternativa alla radioterapia, a patto che ci siano chirurghi ben preparati. Per questo motivo abbiamo prestato particolare attenzione alla formazione dei chirurghi che eseguono interventi chirurgici avanzati come le isterectomie, in cui l’utero viene parzialmente o totalmente rimosso.

Ogni mese, nel nostro progetto, i chirurghi eseguono in media 14 isterectomie e 40 interventi. Si tratta di chirurghi altamente specializzati che hanno acquisito un alto livello di competenza nel campo della chirurgia onco-ginecologica. Inoltre, la qualità del trattamento è garantita da un lavoro multidisciplinare, che coinvolge anatomopatologi, oncologi, chirurghi e team di assistenza di supporto, che forniscono sostegno sociale e psicologico, fisioterapia o cure palliative.

Esiste anche un’altra categoria di donne che vengono individuate in uno stadio più avanzato e per le quali organizziamo e finanziamo il trasferimento in Kenya per sottoporle alla radioterapia. Ma questi trasferimenti richiedono un sostegno e risorse significative e poche pazienti possono beneficiarne su larga scala. Entro la fine del 2023, dovremmo essere in grado di avere accesso alla radioterapia in Malawi, il che dovrebbe facilitare la gestione di questi pazienti individuati tardivamente.

Il ruolo della vaccinazione

Le vaccinazioni sono fondamentali perché il tumore del collo dell’utero è facilmente prevenibile. È uno dei pochi tumori associati a un virus, il papillomavirus umano (HPV), ed esiste un vaccino efficace contro alcuni HPV.

L’altro modo per proteggersi dal tumore è lo screening, sia come mezzo di prevenzione sia come prima fase del trattamento, poiché le lesioni precancerose possono essere trattate in questa fase.

Il vaccino contro l’HPV è disponibile grazie a sistemi internazionali come il GAVI, ma la vaccinazione di routine nei centri sanitari non raggiunge facilmente la popolazione target in Malawi, ovvero le ragazze tra i 9 e i 13 anni. Non vengono nei centri sanitari perché in genere non si ammalano, per questo devono essere vaccinate a scuola o nei villaggi.

Questi programmi di prevenzione sistematica nelle scuole e nelle comunità richiedono risorse aggiuntive. Continueremo a sostenere questi programmi di vaccinazione, in collaborazione con il Ministero della Salute del Malawi, come abbiamo fatto a gennaio, quando abbiamo vaccinato 17.000 ragazze adolescenti nel distretto di Phalombe.

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