Attraverso un rapporto diffuso a livello internazionale, abbiamo denunciato il catastrofico fallimento dell’Unione Europea nel rispondere ai bisogni umanitari di rifugiati, richiedenti asilo e migranti nel 2015 e presentato una fotografia drammatica, emersa dai nostri progetti per la migrazione, dell’impatto medico-umanitario delle politiche europee su migliaia di persone in fuga.
Nel 2015 i numeri della nostra azione per la migrazione in Europa sono triplicati. Tra il 1° gennaio e il 15 dicembre, abbiamo effettuato oltre 100.000 consultazioni mediche e psicologiche – sulle navi di ricerca e soccorso e nei progetti in Italia, Grecia e Balcani – e tra maggio e dicembre abbiamo soccorso 23.747 persone in mare.
Il rapporto descrive gli ostacoli che l’Europa e i governi europei hanno imposto lungo il percorso di oltre un milione di persone, la maggior parte delle quali in fuga da guerre e persecuzioni: mancanza di alternative alle pericolose traversate del mare, recinzioni di filo spinato per chiudere i confini, continui cambiamenti nelle procedure amministrative e di registrazione, condizioni di accoglienza del tutto inadeguate in Italia e Grecia, fino a veri e propri atti di violenza in mare e alle frontiere di terra.
Per noi, un approccio atroce e inaccettabile, che ha avuto conseguenze drammaticamente concrete sulla salute, sia fisica sia psicologica, delle persone.