Dopo tre settimane di intensi negoziati, gli Stati membri dell’Assemblea Mondiale della Sanità hanno finalmente adottato la risoluzione “Miglioramento della trasparenza dei prezzi di farmaci, vaccini e altre tecnologie sanitarie”. Un passo storico, ma non basta.
La risoluzione era stata proposta a febbraio dall’Italia ed era supportata da 20 paesi: Andorra, Brasile, Egitto, Eswatini, Grecia, India, Indonesia, Italia, Kenya, Lussemburgo, Malesia, Malta, Portogallo, Federazione Russa, Serbia, Slovenia, Sud Africa, Spagna, Sri Lanka e Uganda.
Germania, Ungheria e Gran Bretagna si sono formalmente dissociate dalla risoluzione adottata, sebbene i promotori abbiano apportato significative concessioni per rispondere alle loro obiezioni. Una precedente bozza della risoluzione indicava quattro aree in cui la trasparenza è richiesta con urgenza: costi di ricerca e sviluppo, risultati dei trial clinici, brevetti e costo effettivo dei farmaci.
La risoluzione adottata oggi è il risultato di una mobilitazione storica dei governi di tutto il mondo, che hanno chiesto di migliorare la trasparenza dei prezzi di farmaci, vaccini e altre tecnologie correlate. È un importante primo passo per correggere l’attuale squilibrio di potere che oggi caratterizza le negoziazioni tra chi compra e chi vende i farmaci, e offre ai governi le informazioni di cui hanno bisogno per condurre i negoziati in modo equo e responsabile a vantaggio della salute delle loro popolazioni. Ma la trasparenza sui prezzi dei farmaci così come adottata nella risoluzione non basta. Dobbiamo conoscere anche i margini imposti dalle corporazioni, i costi di produzione, i costi dei trial clinici, quali investimenti sono veramente coperti dalle farmaceutiche e quanto è invece pagato dai contribuenti e dai gruppi no profit. La risoluzione passata oggi manca di norme e azioni forti su questi cruciali elementi di trasparenza. Purtroppo, mentre precedenti bozze della risoluzione includevano indicazioni chiare per garantire maggiore trasparenza in questo ambito così opaco, un piccolo gruppo di paesi si è strenuamente opposto e ha ostacolato sviluppi più concreti. In particolare, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti e Giappone hanno scelto di mettere gli interessi di una manciata di case farmaceutiche davanti agli interessi e alla salute delle persone. Non possono esserci prezzi equi e sostenibili senza negoziazioni eque, non possono esserci negoziazioni eque senza trasparenza. Gaelle Krikorian Campagna per l’Accesso ai Farmaci di MSF