Nel nord-est della Nigeria, in diverse aree dello Stato di Borno, è in atto un conflitto dal 2009 tra milizie armate ed esercito nigeriano. L’emergenza umanitaria che ne ha conseguito vede, secondo le stime, circa due milioni di sfollati un incremento dei tassi di mortalità nella popolazione correlati a grave malnutrizione e a malattie prevenibili.
Nonostante la situazione di insicurezza, MSF fornisce assistenza agli sfollati e alle comunità ospitanti con diversi progetti, uno dei quali a Maiduguri, nella capitale dello Stato, dove ho avuto l’opportunità di lavorare come pediatra nell’ospedale pediatrico di Gwange.
Come in ogni situazione di instabilità politica, le fasce più deboli della popolazione, in particolare quella dei bambini, sono le prime ad essere colpite dalle conseguenze del mancato accesso alle cure e a beni di prima necessità.
I tassi di mortalità registrati sono particolarmente alti non solo per la gravità delle patologie in sé (malattie come morbillo, malaria, malnutrizione,…) ma anche per il ritardo dell’accesso in ospedale di questi bambini perché mancano i mezzi per raggiungere fisicamente la struttura o per il coprifuoco creato dall’assedio militare.
Una patologia poco conosciuta che colpisce i bambini in questa regione è chiamata NOMA: si tratta di un’infezione dei tessuti molli del viso, a partire dalle mucose della bocca. Il NOMA crea una distruzione profonda dei tessuti con una mortalità senza trattamento che si aggira al 90 % e conseguenze disfiguranti e disabilitanti nei sopravvissuti. I microorganismi responsabili di questa infezione derivano probabilmente da acque contaminate da feci animali.
Secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il NOMA colpisce circa 140.000 bambini ogni anno e rientra nella lista delle “neglected diseases“, malattie ignorate e dimenticate perché non toccano o coinvolgono i paesi occidentali. L’infezione infatti coinvolge soprattutto i paesi della cosiddetta “noma belt“, un’area geografica della regione africana subsahariana in cui rientra anche la Nigeria.
Colpendo in maniera aggressiva i tessuti del volto, i bambini affetti che sopravvivono, grazie alla somministrazione tempestiva di antibiotici, soffrono però di complicanze quali difficoltà alla masticazione e deglutizione, difficoltà a parlare, a respirare, senza dimenticare lo stigma, la discriminazione ed esclusione sociale che derivano dall’avere il volto sfigurato.
Ricordo bene bambina di 8 anni che si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Gwange per dolore alla bocca.
Quattro anni prima il NOMA le aveva sfigurato il volto ed era riuscita a sopravvivere grazie all’immediato uso di antibiotici e a un iniziale intervento ricostruttivo effettuato a Sokoto, dove MSF gestisce un progetto dedicato alla cura chirurgica e riabilitativa dei pazienti affetti da NOMA.
Ciò che la malattia non era riuscita a distruggere era la sua capacità di sorridere, di esplorare il mondo dall’alto della sua curiosità di bambina e di giocare con le sorelle e la mamma che l’avevano accompagnata in ospedale. La bambina è ancora in lista di attesa per il suo prossimo intervento chirurgico ricostruttivo che sarà effettuato a Sokoto, quando sarà più grande per non interferire con la crescita delle strutture del suo volto.
Porterò la luce del suo sorriso con me e la diffonderò come testimonianza di una condizione che deve essere conosciuta. Per restituire dignità a tutte le persone affette come lei e per lottare affinchè queste condizioni possano essere sempre più prevenute e debellate.