Nel 2019, abbiamo risposto a gravi epidemie di malaria e colera in Burundi, pur continuando a offrire cure di alta qualità alle vittime di traumi nella capitale Bujumbura.
Nel 2019 si è registrato un aumento significativo dei casi di malaria in Burundi, con quasi nove milioni di casi registrati tra gennaio e dicembre.
Abbiamo lanciato una risposta a questa epidemia nel distretto sanitario di Kinyinya, uno dei più gravemente colpiti del paese.
A giugno, le nostre équipe hanno iniziato a sostenere 14 centri sanitari e due ospedali fornendo cure gratuite contro la malaria e poi, a settembre, hanno condotto una campagna di irrorazione residua per interno, una tecnica che consiste nel trattamento delle singole case con insetticida per uccidere le zanzare.
In un solo mese, le nostre équipe hanno irrorato 59.731 abitazioni, proteggendo quasi 287.000 abitanti per i successivi sei-nove mesi.
Ad aprile e dicembre 2019, abbiamo condotto campagne simili in tre campi rifugiati congolesi.
In risposta a un’epidemia di colera senza precedenti, abbiamo costruito e sostenuto quattro strutture sanitarie nelle province di Bujumbura, Cibitoke e Rumonge, abbiamo formato personale sanitario pubblico e abbiamo dato un supporto attraverso campagne di sensibilizzazione.
Abbiamo inoltre costruito un centro di trattamento del colera con 50 posti letto estensibile a Kamenge, Bujumbura, co-gestito dal nostro team e dal Ministero della Salute.
Abbiamo continuato a fornire assistenza alle vittime di traumi e ustioni nel centro traumatologico l’Arche de Kigobe da 68 posti letto nella capitale.
Le nostre équipe mediche hanno eseguito interventi chirurgici ed effettuato 13.500 visite ambulatoriali.
A giugno, i casi traumatologici semplici sono stati decentralizzati in quattro centri di salute pubblica sostenuti dalle nostre équipe a Bujumbura.