Nel 2019, in Cambogia, nuove e più efficaci strategie diagnostiche e terapeutiche per l’epatite C si sono dimostrate efficaci.
L’epatite C è endemica in Cambogia ma l’accesso alla diagnosi e al trattamento è praticamente inesistente.
Dopo tre anni di collaborazione con l’ospedale Preah Kossamak della capitale, Phnom Penh, e l’introduzione di diagnosi e cure semplificate, abbiamo trasferito queste attività al dipartimento di epatologia dell’ospedale a giugno.
Continuiamo a curare i pazienti nell’ospedale municipale di riferimento con l’obiettivo di identificare le barriere alla cura dell’epatite C in questo contesto urbano.
Abbiamo incrementato le cure per l’epatite C in due distretti operativi rurali nella provincia di Battambang.
L’équipe ha continuato a lavorare per identificare le strategie di screening più efficaci (ad esempio, il rintracciamento attivo dei casi) per le comunità che non sono a conoscenza della malattia.
Il nostro staff ha partecipato a un gruppo di lavoro tecnico sull’epatite virale che ha portato allo sviluppo di un piano strategico nazionale quinquennale e di linee guida cliniche per l’epatite C/epatite B, basate sulle prove fornite dalle nostre attività.
Queste sono state approvate dal Ministero della Sanità cambogiano e rappresentano un importante passo avanti per affrontare l’epatite C nel paese.
A maggio, abbiamo organizzato un workshop con molti partecipanti a Phnom Penh per condividere le lezioni apprese dal nostro progetto di successo contro la malaria nel nord della Cambogia.
Il mese successivo, abbiamo trasferito il progetto alla ONG Malaria Consortium e al governo.
Il progetto comprendeva lo screening passivo, per mezzo del quale i pazienti visitano i centri sanitari di propria iniziativa, lo screening proattivo (l’individuazione di casi di malaria da parte degli operatori sanitari tra le comunità e le famiglie) e lo screening reattivo, che coinvolgeva persone potenzialmente correlate a casi confermati.