Nel 2019, abbiamo continuato ad assistere sfollati, rifugiati e comunità ospitanti vulnerabili nelle aree colpite da conflitti e violenze in Camerun.
Si sono intensificati i combattimenti tra le forze governative e i gruppi secessionisti nelle regioni del sud-ovest e del nord-ovest, mentre la violenza e gli attacchi dei gruppi armati sono aumentati nella confinante Nigeria nord-orientale, spingendo migliaia di persone a fuggire oltre il confine nella regione dell’estremo nord.
Violenza nelle regioni del nord-ovest e del sud-ovest
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), la violenza nelle regioni nord-occidentali e sud-occidentali del Camerun ha provocato lo sfollamento di oltre 700.000 persone e ha avuto un enorme impatto sulla disponibilità di servizi sanitari in quelle regioni.
Per migliorare l’accesso ai servizi di assistenza e rispondere alle crescenti esigenze, le nostre équipe hanno sostenuto circa 30 ospedali e centri sanitari a Bamenda, Widikum, Kumba e Mamfe, e hanno svolto un servizio di ambulanze gratuito 24 ore su 24, che ha gestito oltre 9.000 trasferimenti nel corso dell’anno.
Il fulcro delle nostre attività è il primo soccorso, in particolare per le vittime di violenza sessuale e armata, i bambini e le donne incinte.
Abbiamo inoltre fatto formazione agli operatori sanitari della comunità per condurre attività di promozione della salute e curare casi semplici delle malattie più comuni, come la malaria e la diarrea.
Tale sostegno sanitario a livello di comunità è fondamentale, poiché molti sono fuggiti nella foresta, dove non hanno accesso all’assistenza sanitaria o ad altri servizi di base.
Nel corso dell’anno, abbiamo fornito quasi 150.000 consulti attraverso i nostri operatori sanitari di comunità, la maggior parte dei quali legata a casi di malaria.
Rifugiati e sfollati nella regione dell’estremo nord
La popolazione dell’estremo nord del Camerun continua a subire quotidianamente violenze a causa del conflitto, mentre si trova ad affrontare anche l’estrema povertà in una regione soggetta a un clima imprevedibile.
Abbiamo équipe operative negli ospedali di Mora e Maroua, dove offriamo supporto medico, tra cui assistenza nutrizionale, servizi di salute mentale, promozione della salute e interventi chirurgici d’emergenza in caso di feriti di massa.
Più vicino al confine nigeriano, le nostre équipe forniscono un supporto ai centri sanitari nell’assistenza sanitaria di base e nei ricoveri ospedalieri.
Nel 2019 abbiamo anche formato oltre 40 operatori sanitari della comunità di Kolofata e Limani per diagnosticare e curare casi semplici delle malattie infantili più comuni e individuare casi complicati da indirizzare a centri sanitari od ospedali.
All’inizio dell’anno, abbiamo fornito assistenza d’emergenza a Goura a circa 35.000 nigeriani che erano fuggiti oltre il confine da Rann, a seguito di un violento attacco da parte del gruppo armato di opposizione.
Durante l’anno, le nostre équipe hanno effettuato circa 75.000 visite, 5.000 consulti di salute mentale e 5.700 consulti di salute riproduttiva nei nostri progetti nell’estremo nord.
Inoltre, abbiamo curato più di 23.000 bambini per malattie come malaria, diarrea e malnutrizione (nelle nostre strutture o all’interno delle comunità) ed eseguito 4.000 interventi chirurgici.
Risposta a epidemie
Abbiamo continuato a rispondere a un’epidemia di colera in corso nelle regioni del Nord e dell’Estremo Nord e abbiamo anche avviato attività per affrontarne una nuova nella penisola di Bakassi, nella regione sud-occidentale.
Le nostre équipe hanno curato 260 pazienti affetti da colera e vaccinato oltre 35.500 persone contro la malattia.
Abbiamo inoltre condotto sorveglianza epidemiologica e promozione della salute.
Inoltre, abbiamo sostenuto la risposta a un’epidemia di morbillo a Maroua, dove abbiamo curato più di 1.300 pazienti in visite ambulatoriali e quasi 400 casi gravi sono stati ricoverati nel centro di trattamento di Dougoi.