La Siria nord-occidentale sta assistendo a un forte incremento dei casi di Covid-19, più che decuplicati nell’arco di un solo mese. Sono 523 le persone attualmente positive, su un totale di 1.225 casi, quasi il 21% sono operatori sanitari.
Il 29 settembre sono stati registrati 93 nuovi casi, numero più alto raggiunto in un giorno da quando è stato individuato il primo contagio a inizio luglio. Considerando il numero limitato di test effettuati, il reale tasso di trasmissione e il numero effettivo di contagi sono probabilmente sottostimati.
L’aumento dei contagi da Covid-19 aggiunge un’ulteriore sfida ad una situazione già drammatica nell’area. Più di due milioni di persone, oltre la metà della popolazione, sono sfollate a causa del conflitto. La maggior parte di loro vive in campi sovraffollati con scarso accesso all’acqua e precarie condizioni igienico-sanitarie.
Le misure di controllo, come il distanziamento fisico, il lavaggio delle mani e l’isolamento, sono difficili se non impossibili per la maggior parte dei residenti dei campi.
Con l’inverno alle porte, nuove sfide umanitarie nei campi sfollati
Da aprile, i nostri team hanno distribuito più di 63.000 kit igienici, con prodotti come sapone e detergenti, a oltre 26.000 famiglie sfollate in diversi campi nel governatorato di Idlib e nella parte settentrionale di quello di Aleppo.
Tra gli sfollati che vivono nei campi vengono registrati sempre più casi di Covid-19 e questo è preoccupante. Stiamo cercando di aiutare gli abitanti dei campi a proteggersi dal virus, ma non possiamo cambiare la situazione generale e il fatto che vivono in un posto del genere. Dottor Ammar Responsabile medico di MSF in Siria nord-occidentale
Mentre le persone sono in coda per ricevere i kit, i promotori per la salute conducono sessioni di sensibilizzazione sul virus, in particolare su come viene trasmesso e su come possono prevenirlo.
Capire il Covid-19 e saperne di più è un grande passo avanti per evitare di contrarlo. Durante queste distribuzioni mettiamo in atto diverse misure per evitare il formarsi di assembramenti tra le persone che vengono a ritirare i kit. Osama Logista
Molte strutture sanitarie in Siria nord-occidentale stavano già lottando per soddisfare i bisogni medici delle persone prima della pandemia di Covid-19. Per supportarle, le nostre équipe stanno anche lavorando in alcune strutture per trattare pazienti affetti da Covid-19 o altre patologie.
Qualche giorno fa una ragazza è venuta in uno degli ospedali in cui operiamo. Era ancora all’ingresso quando è stata individuata come un potenziale caso di Covid-19 ed è stata trasferita in un’altra struttura sanitaria dove è risultata positiva al virus. Uno dei principali problemi è che la maggior parte dei pazienti positivi al test trascorrono il periodo di isolamento a casa con le famiglie invece che in centri specializzati. Sono stati quindi aperti diversi siti per l’isolamento per i pazienti che mostrano i sintomi. Halim Boubaker Coordinatore medico di MSF per la Siria nord-occidentale
Rispondere alla pandemia nell’instabilità di una possibile ripresa delle ostilità
In risposta alla pandemia abbiamo allestito 9 ospedali Covid-19, con 645 posti letto complessivi, e 14 centri per l’isolamento e il trattamento del virus con 550 letti, che forniscono cure di base a pazienti con sintomi lievi.
Nella città di Salqin abbiamo recentemente costruito una struttura per l’isolamento da 31 posti letto, che sarà operativa dovesse esserci la necessità di fornire una maggiore capacità di isolamento.
Cerchiamo di lavorare su entrambi i fronti e di contribuire sia alla prevenzione sia al trattamento dei pazienti positivi. Continuiamo a fare del nostro meglio per mantenere anche i servizi regolari perché le persone ne hanno ancora bisogno. La Siria nord-occidentale era già una regione instabile e siamo abituati ad affrontare l’incertezza e le complicazioni per fornire supporto alle persone. Il Covid-19 ha aggiunto una sfida in più. Halim BoubakerCoordinatore medico di MSF per la Siria nord-occidentale
Il cessate il fuoco firmato nel marzo 2020 è molto fragile. Vediamo ogni giorno sempre più convogli militari provenienti da una parte o dall’altra, che attraversano il confine. Recentemente, molto vicino ai campi, ci sono stati anche dei bombardamenti. Quindi dobbiamo prepararci per affrontare l’inverno e per fornire tutto il supporto medico possibile agli ospedali. Jean Pletinckx Capo missione MSF in Siria
Presto ci saranno due grandi problemi da affrontare: l’arrivo dell’inverno, con condizioni molto dure per persone che vivono da anni in tende ormai usurate, e il rischio molto alto di una nuova offensiva.