In Giordania, offriamo chirurgia ricostruttiva a pazienti feriti di guerra provenienti da tutto il Medio Oriente, e assistenza sanitaria ai rifugiati siriani e alle comunità ospitanti.
Nonostante la cessazione delle ostilità nel sud della Siria e la riapertura del confine con la Giordania a Jaber nel 2018, solo una piccola percentuale dei rifugiati siriani è tornata alle proprie case.
In Giordania sono ancora presenti più di 650.000 rifugiati siriani registrati, la maggior parte dei quali fa affidamento sull’assistenza umanitaria per soddisfare le necessità primarie.
All’inizio del 2019, il governo giordano ha ripristinato l’assistenza sanitaria sovvenzionata per i rifugiati siriani, sospesa nel 2018.
Chirurgia ricostruttiva ad Amman
Il nostro ospedale di chirurgia ricostruttiva ad Amman fornisce cure complete ai pazienti feriti nelle guerre in tutto il Medio Oriente.
Curiamo circa 200 pazienti al mese provenienti da luoghi come lo Yemen e Gaza in Palestina, che devono affrontare viaggi lunghi e difficili per raggiungere l’ospedale.
I nostri servizi includono chirurgia ortopedica, plastica e maxillo-facciale, fisioterapia, sostegno di salute mentale e adattamento delle protesi.
Dal 2016 utilizziamo la stampa 3D per creare dispositivi protesici per gli arti superiori per i pazienti.
Queste protesi li aiutano a ritrovare la loro autonomia e a svolgere molte delle attività quotidiane che le lesioni impedivano loro di compiere.
Malattie croniche
Le nostre due cliniche nel governatorato di Irbid forniscono ai siriani e ai giordani vulnerabili cure per le malattie croniche, una delle principali cause di mortalità nella regione.
Le équipe offrono assistenza medica e psicologica, comprese visite a domicilio, sostegno psicosociale, fisioterapia e formazione sanitaria, a pazienti affetti da malattie come diabete e ipertensione.
Nel 2019 abbiamo effettuato 3.720 visite di salute mentale individuali e di gruppo.
Salute mentale
A Irbid e Mafraq gestiamo servizi di salute mentale per i bambini e le loro famiglie che sono stati colpiti dalla guerra siriana o dalle sue conseguenze, come lo sfollamento e la povertà.
Molti dei pazienti che osserviamo ora non sono tanto alle prese con le loro esperienze di guerra, quanto con il fatto di non poter ancora tornare a casa e di conseguenza di vivere in circostanze molto difficili.
Offriamo terapia individuale e familiare, in cui genitori e figli affrontano la terapia insieme, e gestiamo anche sessioni di gruppo e attività educative.
Salute materno-infantile
Nel 2019 abbiamo trasferito all‘International Medical Corps il nostro progetto di assistenza neonatale a Irbid, aperto nel 2013 durante una fase acuta dell’emergenza dei rifugiati siriani.
Tra il 2013 e il 2019, il nostro personale ha assistito 17.272 parti, compresi 1.365 tagli cesarei, e ha ricoverato 2.779 neonati.