Il villaggio di Bole Bole si trova ad est della Repubblica Democratica del Congo, nella provincia dell’Haut-Huélé, nel bel mezzo della Foresta Equatoriale.
Si trova a 8 ore di moto da Wamba, che è a 2 giorni di fuoristrada su una strada in pessime condizioni – almeno 2 giorni, che in alcuni periodi dell’anno possono diventare anche 4 o 5 – da Kisangani. E per arrivare a Kisangani bisogna fare 2 ore di volo da Kinshasa.
Nel luglio 2013, dopo svariati giorni di viaggio, decidiamo di installare la nostra base proprio a Bole Bole, da dove partiremo per vaccinare contro il morbillo i bambini dei villaggi limitrofi.
Il nostro obiettivo è di vaccinare circa 25.000 bambini: non molti, se consideriamo gli sforzi necessari per raggiungere la zona, ma si tratta di bambini che non sono mai stati vaccinati prima, perché i mezzi del ministero della salute congolese non sono sufficienti per arrivare a vaccinare in luoghi così remoti.
E per mezzi intendiamo tanto i mezzi di trasporto – il nostro team può contare su 30 moto, diverse piroghe e 2 fuoristrada – quanto i mezzi necessari per mantenere i vaccini alla temperatura adeguata: la cosiddetta catena del freddo.
Bisogna poter trasportare i vaccini al freddo fino a Bole Bole, poi mantenerli in frigo ad una temperatura fra 2 e 8 gradi per tutto il tempo necessario alla preparazione della campagna di vaccinazione, e poi portarli in appositi contenitori fino al centro di vaccinazione. Perché in realtà il percorso che i vaccini dovranno fare non termina a Bole Bole: per raggiungere tutti i villaggi in cui ci sono dei bambini da vaccinare in alcuni casi ci vorrà un giorno intero di cammino in mezzo alla foresta, oppure mezza giornata di piroga e poi 8 ore di cammino.
Promozione della salute
Ma le difficoltà non finiscono una volta arrivati al villaggio da vaccinare. Anzi, una delle più grandi difficoltà è informare la comunità che ci sarà una vaccinazione, che tutti i bambini da 9 mesi a 15 anni saranno vaccinati il tal giorno nel tal luogo da un team di MSF. Perché in queste zone così remote non c’è internet, né televisione, né radio.
E quindi una parte delle nostre équipe, i cosiddetti promotori della salute, dovranno recarsi nei villaggi qualche giorno prima della vaccinazione, e con l’aiuto di megafoni e “strilloni” informeranno la popolazione.
E potete immaginare la grande curiosità della popolazione, e in particolar modo dei bambini, che in alcuni casi non hanno mai visto neanche una moto, e che inaspettatamente vedono arrivare 4 o 5 moto, persone con megafoni, e poi grandi scatole blu che contengono i preziosi vaccini.
Molte di queste comunità non hanno mai visto un operatore sanitario di alcun tipo nel loro villaggio, perché sono luoghi talmente remoti e di così difficile accesso che nono solo il personale del ministero della salute, ma neanche le altre organizzazioni umanitarie, vi si recano mai.
Ovunque ci sia bisogno
Ed è proprio in questo che si racchiude lo spirito di MSF: noi siamo presenti per le popolazioni vulnerabili, per tutte le popolazioni vulnerabili. Anche se si parla di piccoli numeri, noi cerchiamo di essere presenti. E siamo gli unici a fare così tanta strada, a fare il passo in più, o in alcuni casi i tanti passi in più, per arrivare a raggiungere popolazioni estremamente vulnerabili e che tutti, tutti gli altri hanno dimenticato.
Perché abbiamo la voglia di farlo, perché abbiamo le competenze per farlo e gli operatori che hanno l’esperienza per farlo, e perché non ci diamo degli obiettivi di volume. Noi siamo presenti per le popolazioni vulnerabili, e per portare l’assistenza medica laddove lo riteniamo più necessario.
Questa è la grande forza di MSF: grazie alla nostra indipendenza possiamo decidere dove è più opportuno portare la nostra azione medica, e con le nostre capacità possiamo arrivare dove nessun’altro è in grado di arrivare.