Siamo preoccupati per i civili colpiti nel conflitto, tra le vittime anche due bambini.
Un attacco missilistico nell’area residenziale di Rawdah Jadidah, nel governatorato di Marib, domenica 3 ottobre, ha ferito numerosi civili e ucciso almeno quattro persone, tra cui due bambini.
Le nostre équipe stanno supportando il pronto soccorso dell’ospedale generale di Marib. Sono 14 le persone trattate, otto delle quali in gravi condizioni, mentre quattro sono arrivate già decedute.
Quasi tutti i pazienti arrivati in ospedale erano civili, incluse donne e bambini. Le nostre équipe hanno ricevuto due bambini morti a causa delle ferite. Tra le persone assistite, una donna incinta con ferite al petto dovute all’esplosione, un bambino con ferite multiple causate da schegge, e un neonato di due mesi con un trauma cranico.
La donna incinta e il neonato sono stati in seguito trasferiti in un ospedale specializzato in cure materno-infantili per ricevere ulteriori trattamenti.
MSF è profondamente preoccupata per l’impatto sui civili dei recenti scontri nel governatorato di Marib. Dopo quasi sette anni di conflitto, l’attacco missilistico di domenica è l’ennesimo esempio degli effetti spaventosi che il conflitto ha sulla popolazione yemenita. Esortiamo con forza le parti in guerra ad impedire che i civili vengano feriti o uccisi durante i combattimenti in corso a Marib, ora e in futuro”. Allen Murphy Capoprogetto MSF a Marib
Di recente l’area di Marib ha assistito ad una nuova intensa ondata di conflitto. Nelle ultime due settimane, l’ospedale di Marib ha ricevuto centinaia di pazienti con ferite da arma da fuoco, inclusi civili.
Lanciamo un appello alle parti coinvolte nel conflitto affinché rispettino il Diritto internazionale umanitario che garantisce la sicurezza dei civili durante un conflitto.
Prima dell’inizio della guerra, a Marib vivevano quasi 400.000 persone secondo le autorità locali. Attualmente ne ospita circa 2,7 milioni, tra cui sfollati interni provenienti da altre aree, molti sfollati più volte.
Il recente intensificarsi del conflitto potrebbe obbligare sempre più persone a spostarsi, facendo così aumentare i bisogni umanitari già presenti in termini di sistemazioni, cibo, acqua, protezione e assistenza sanitaria.
Supportiamo il pronto soccorso dell’ospedale di Marib dall’aprile 2021, con un’équipe composta da medici, infermieri e un chirurgo. Gestiamo inoltre alcune cliniche mobili in otto località diverse dell’area per fornire assistenza medica di base agli sfollati interni, ai migranti e alla comunità Muhamasheen.