Donne e ragazze provenienti da Bangladesh, Eritrea, Etiopia, Ciad, paesi del Nord Africa o dell’America Latina. Storie di violenza e sofferenza ma soprattutto di rinascita e resilienza.
Nel nostro reportage abbiamo raccolto le voci di alcune delle centinaia di donne raggiunte dal nostro progetto SA.I.DA (Salute Integrata Donne), un progetto di salute sessuale e riproduttiva per donne straniere che stiamo portando avanti in collaborazione con la ASL Roma 2.
Mio marito era una persona violenta, sono scappata da lui. Un giorno ho conosciuto MSF, c’è una ragazza che parla la mia lingua e così mi sono sentita libera di parlarle dei miei problemi”. P. BANGLADESH
Un intervento possibile grazie al lavoro di un team interdisciplinare composto da mediatrici interculturali, promotrici della salute, infermiere, ostetriche e uno psicologo il cui obiettivo è informare donne e ragazze straniere sulle tematiche della salute sessuale e riproduttiva e supportarle nell’usufruire dei servizi offerti dal sistema sanitario pubblico, quali i consultori familiari e gli ospedali, per visite ginecologiche, follow-up e assistenza in gravidanza e maternità, casi di violenza di genere, orientamento e assistenza in tema di salute sessuale e riproduttiva.
Sono arrivata qui a 7 mesi di gravidanza. La mia placenta era molto sottile. Vorrei ringraziare molto MSF perché in quel momento non sapevo cosa fare. Il mio desiderio è che tutti possano avere accesso alle cure”. A. ERITREA
Da aprile 2021 fino ad oggi abbiamo assistito circa 240 donne e ne abbiamo raggiunte più di 1050.