Nel nord-ovest della Nigeria è in corso una grave crisi nutrizionale, un’emergenza in crescita ma ampiamente ignorata che sta minacciando la vita di decine di migliaia di bambini.
Da gennaio, in collaborazione con le autorità sanitarie nigeriane in cinque diversi stati, abbiamo curato più di 50.000 bambini affetti da malnutrizione acuta, di cui 7.000 necessitavano di cure ospedaliere. Senza un aumento sostanziale degli aiuti umanitari la situazione sarà presto insostenibile.
“Ci stiamo preparando a curare fino a 100.000 bambini malnutriti nel solo stato di Katsina e abbiamo anche ampliato la nostra risposta negli stati di Kebbi, Sokoto, Zamfara e Kano. Il periodo di magra del raccolto è iniziato, ma dobbiamo ancora arrivare al picco dei casi di malaria, che peggiorerebbe ancora di più le condizioni di salute e lo stato nutrizionale dei bambini. Nonostante i nostri appelli degli ultimi mesi sia alle organizzazioni umanitarie che alle autorità per potenziare le attività mediche, non abbiamo visto la mobilitazione necessaria per evitare una devastante crisi nutrizionale. Le necessità acute di questi bambini dovevano essere considerate tanto tempo fa, ora è fondamentale che un intervento salvavita diventi priorità immediata”. Michel-Olivier Lacharite Capo emergenza MSF
Nell’area di Gummi, nello stato di Zamfara, in seguito a un allarme sullo stato nutrizionale, le nostre équipe hanno condotto a giugno uno screening su oltre 36.000 bambini con meno di cinque anni. Il risultato è stato devastante: più della metà dei bambini è risultata malnutrita e quasi un quarto era gravemente malnutrito con necessità di cure urgenti.
In collaborazione con le autorità, stiamo avviando un intervento di emergenza nell’area. A Katsina, le équipe hanno aumentato rapidamente il numero dei posti letto da 100 a quasi 280 nelle ultime settimane, ma l’afflusso di bambini malnutriti è stato così alto che è stato necessario introdurre specifici criteri di ammissione per alcuni centri di cura.
A Kebbi, dove gestiamo un centro di degenza e due ambulatori, sono stati curati circa 1.500 bambini malnutriti da marzo a inizio luglio.
In questa regione caratterizzata da un’insicurezza alimentare cronica, un aumento della violenza ha spinto molte comunità allo stremo, tra cui circa 500.000 persone costrette a fuggire dalle proprie case.
Negli ultimi anni, i gruppi armati o bande locali hanno intensificato gli attacchi, le uccisioni, i rapimenti, i saccheggi e le violenze sessuali. Molte persone non possono più coltivare la terra, il bestiame viene rubato, i mercati e le attività commerciali sono danneggiate dall’impennata dei prezzi dei generi alimentari di base – che rimangono al di sopra della media quinquennale nella maggior parte dei mercati nigeriani – in un contesto sanitario già fragile.
Il ritardo nel garantire assistenza umanitaria nella Nigeria nord-occidentale è dovuto in parte al fatto che le Nazioni Unite non hanno incluso la regione nel loro piano di risposta umanitaria per l’anno in corso, concentrandosi invece, principalmente sulla situazione critica del nord-est. Di conseguenza, nonostante i bisogni siano ben noti, molte organizzazioni hanno difficoltà a dare seguito agli interventi sul campo e a garantire i finanziamenti necessari per assicurare un supporto salvavita nella Nigeria nord-occidentale.
Le drammatiche condizioni dei bambini malnutriti di questa regione non possono essere ancora trascurate. I donatori e le agenzie internazionali, tra cui UNICEF e World Food Program (WFP), devono intensificare il proprio sostegno alle strutture sanitarie affinché le comunità abbiano accesso al supporto nutrizionale in collaborazione con le autorità nigeriane che devono dare il loro supporto”. Froukje Pelsma Capomissione di MSF in Nigeria