MSF ha avviato un nuovo progetto per le cure neonatali in Afghanistan nell’ospedale regionale di Mazar-i-Sharif, nella provincia settentrionale. L’intento è colmare le gravi lacune dell’assistenza pediatrica e neonatale.
La storia di Farida e Hadia
Non so davvero che dolore stia vivendo ma sono qui con lei sperando che si rimetta presto”. Farida Madre di Hadia, nove mesi
Per due giorni, Hadia si è rifiutata di mangiare qualsiasi cosa, persino il suo frutto preferito, le banane. Sua madre l’ha portata in diverse strutture sanitarie e da altri dottori ma le sue condizioni non sembravano migliorare. Desiderosa di vedere sua figlia guarire, Farida ha portato Hadia ovunque le venisse suggerito.
Ho provato tutto quello che mi consigliavano di fare. L’ho portata da tanti dottori e pagato molto per le sue medicine, ma non migliorava e ha persino cominciato a soffrire di diarrea che poi è peggiorata”. Farida Madre di Hadia, nove mesi
Oggi, è seduta nel pronto soccorso pediatrico dell’ospedale di riferimento di Mazar-i-Sharif, nella provincia di Balkh, Afghanistan che supportiamo. Alla piccola Hadia è stata diagnosticata una grave forma di malnutrizione acuta. I dottori dicono che potrebbe essere stata causata dagli attacchi di diarrea, tra le altre possibili ragioni. Farida spera che la sua bambina migliori presto.
La storia di Shekiba e Atoosa
Un piano sopra il pronto soccorso, *Shekiba tiene in braccio sua figlia *Atoosa, nel reparto prematurità, dove la bambina è stata ricoverata negli ultimi due giorni dopo essere stata dimessa dall’unità di terapia intensiva neonatale. Per quattro settimane, Atoosa è stata nell’incubatrice essendo nata a sole 28 settimane, tre mesi prima della data di nascita prevista, e pesando solo 1,2 chili.
È stato difficile per me vedere la mia piccola bambina dentro un’incubatrice, con tubi che le entravano nel naso e fili che le collegavano molte parti del corpo. Odiavo i suoni emessi dai continui bip delle attrezzature mediche mi ricordavano che la mia bambina era molto malata. Sembrava così fragile. L’angoscia di non sapere se la mia piccola bimba sarebbe migliorata era come se qualcosa mi stesse divorando dentro. Ricordo il giorno in cui i dottori mi dissero che mia figlia doveva essere trasferita dal reparto di terapia intensiva neonatale al reparto di prematurità perché era stabile. Non ci potevo credere! Ho immediatamente chiamato mio marito e gli ho detto di preparare tutto perché il ritorno a casa si stava avvicinando sempre di più!” Shekiba Madre di Atoosa, nata prematura di tre mesi
MSF nell’ospedale regionale di Mazar-i-Sharif
Nell’agosto 2023, abbiamo avviato servizi di assistenza medica presso l’ospedale regionale di Mazar-i-Sharif nella provincia di Balkh in collaborazione con il Ministero della Salute Pubblica, con l’obiettivo di ridurre i tassi di mortalità infantile e neonatale nelle province settentrionali.
Attualmente coordiniamo un reparto di terapia intensiva neonatale (TIN) e un pronto soccorso per i bambini fino ai 15 anni, supportato da un sistema di triage per assicurare che i pazienti più critici siano ricoverati e ricevano le cure necessarie.
I nostri team all’ospedale regionale di Mazar-i-Sharif ricoverano in media 3.000 bambini gravemente malati al pronto soccorso pediatrico e una media di 546 neonati nel reparto di terapia intensiva ogni mese.
Il tasso medio di occupazione dei letti è sempre stato superiore al 140% da quando abbiamo avviato le sue attività nel reparto di terapia intensiva. Attualmente sono ricoverati 60 neonati, più del doppio della capacità di 27 letti. Abbiamo dovuto mettere in campo risorse aggiuntive per garantire che il personale possa continuare a fornire cure e attenzioni personalizzate a ogni neonato, nonostante le esigenze di aumentare la capacità e lo spazio limitato.
Siamo intervenuti a Mazar-i-Sharif per rispondere ai bisogni medici critici della popolazione afghana, in particolare dei bambini e neonati più vulnerabili, a fronte di una domanda schiacciante, di sistemi sanitari al collasso e di una carenza di risorse. Il nostro obiettivo è garantire che ogni bambino che arriva in ospedale riceva le cure e il sostegno personalizzato di cui ha bisogno e ridurre il numero di bambini che muoiono per patologie che possono essere curate. Gli alti tassi di occupazione dei letti che vediamo nei reparti che sosteniamo riflettono l’enorme bisogno di questi servizi e le profonde lacune nella fornitura di assistenza sanitaria nella provincia”. Heidi Hochstenbach Responsabile dei programmi di MSF a Mazar-i-Sharif
Le sfide del sistema sanitario afghano
Il sistema sanitario afghano è da tempo messo a dura prova da problemi come la carenza di personale, l’insufficienza di fondi e l’inadeguatezza della risposta medica alle esigenze della popolazione.
Il sistema sanitario ha dovuto affrontare ulteriori tensioni dopo il cambio di governo dell’agosto 2021 e la conseguente riduzione dei finanziamenti dei donatori. Ciò ha comportato il deterioramento delle infrastrutture sanitarie, un’ulteriore riduzione del personale sanitario, lasciando molti senza accesso all’assistenza sanitaria e aumentando i rischi per la salute e i tassi di mortalità tra la popolazione.
L’esperienza di queste madri, Farida e Shekiba, sottolineano i bisogni e le profonde lacune nell’accesso ai servizi sanitari che stiamo cercando di riempire con cure specializzate e supporto all’ospedale regionale di Mazar-i-Sharif.
Sogno il futuro con mia figlia. Pettinarle i capelli, farle le trecce, giocare con lei e portarla a scuola”. Shekiba Madre di Atoosa, nata prematura di tre mesi
MSF in Afghanistan
MSF ha iniziato a lavorare in Afghanistan nel 1980 e ha continuamente adeguato i suoi servizi al contesto in continua evoluzione e ai bisogni della popolazione. L’avvio delle attività nella provincia di Balkh si aggiunge ai sette progetti esistenti che MSF gestisce attualmente nel paese. MSF sta cercando gradualmente di espandere i suoi servizi per coprire il reparto di terapia intensiva neonatale, i reparti di degenza per bambini gravemente malnutriti e il reparto pediatrico generale dell’ospedale regionale di Mazar-i-Shariff.
*I nomi sono stati cambiati per proteggere l’identità delle persone.