Nel 2023 quasi 500.000 persone hanno attraversato la foresta del Darién, il doppio rispetto al 2022. Una cifra senza precedenti rispetto agli anni passati.
Questa foresta è una prova estrema dove le persone sono esposta a rapimenti, attacchi e violenze sessuali.
Intere famiglie viaggiano per giorni attraversando fiumi, mare e foreste, vedendo i loro compagni di viaggio morire e dove sono esposti ad ogni tipo di pericolo e umiliazioni da parte dei criminali.
Le persone vivono in situazioni di estrema vulnerabilità, senza cibo, allogi e di fonti d’acqua, spese eccessive, disinformazione e truffe, xenofobia e violenza fisica, psicologica e sessuale. Tutto questo inizia molto prima che i migranti raggiungano la foresta del Darién, anche se è lì che diventa evidente.
La traversata di Keiber e la sua famiglia
Keiber Bastidas, sua moglie Daniela e i loro due figli erano già esausti quando sono arrivati alle porte del Darién. Erano passati almeno 25 giorni dal momento in cui avevano deciso di lasciare l’Ecuador per gli Stati Uniti, stufi del fatto che il loro duro lavoro in Ecuador fosse appena sufficiente a pagare l’affitto. L’esodo dal Venezuela di cinque anni prima aveva dato loro il coraggio di ricominciare da zero.
Questa volta si trattava di 25 giorni di camminate sotto il sole e l’acqua su strade interminabili, rischiando la vita, dormendo per strada e risparmiando i pochi soldi che avevano messo da parte per mangiare qualcosa. 25 giorni in cui hanno sopportato il rifiuto e la xenofobia, ricevendo occasionalmente aiuto da privati, senza trovare riparo o cibo nei quasi 1.900 chilometri di strada fino a Turbo (Antioquia), nel nord-est della Colombia.
Poi hanno preso una barca che li ha portati in un’ora e mezza, attraverso il Mar dei Caraibi, fino ad Acandí (Chocó) in Colombia e cinque giorni nella foresta. Lì hanno evitato abissi, attraversato fiumi senza saper nuotare e hanno visto tanti di loro morire, cadere lungo la strada o essere vittime di violenze da parte di criminali.
La foresta del Darién è la cosa peggiore che abbia mai dovuto vivere in vita mia, non lo augurerei a nessuno. Abbiamo dovuto camminare per cinque giorni perché siamo venuti con i bambini. Abbiamo superato troppi dirupi. A una cascata, dopo averla superata, un uomo è morto. Tutte le nostre dita si sono infettate con piaghe sanguinolente”. Keiber Bastidas Migrante venezuelano in viaggio con sua moglie e i suoi due figli di 1 e 2 anni
Estrema vulnerabilità e risposta umanitaria insufficiente
Queste sono le condizioni vissute dai quasi 500.000 migranti che hanno attraversato la foresta del Darién nel 2023. Le vulnerabilità si sommano, si moltiplicano e continuano a trovare una risposta insufficiente e inadeguata. Ogni anno il numero supera il record, in tutto il 2022 ce ne sono stati 248.000 e nel 2021 133.000.
Il numero di migranti che hanno attraversato la giungla equivale a più dell’11% della popolazione di Panama. Si tratta di una crisi senza precedenti che non ha ricevuto sufficiente attenzione a livello globale o regionale; non sono state garantite rotte sicure per i migranti, né risorse sufficienti per le organizzazioni che si occupano di loro”. Luis Eguiluz Coordinatore generale in Colombia e Panama di MSF
Un percorso di abbandono
Nel corso del 2023, abbiamo percorso le principali rotte di transito dei migranti attraverso la Colombia.
Quello che abbiamo visto e sentito da loro è che coloro che transitano nel sud del continente sono esposti a una situazione di estrema vulnerabilità: fame, mancanza di alloggi e di fonti d’acqua, spese eccessive, disinformazione e truffe, xenofobia e violenza fisica, psicologica e sessuale. Tutto questo inizia molto prima che i migranti raggiungano la foresta del Darién, anche se è lì che diventa evidente”. Luis Eguiluz Coordinatore generale in Colombia e Panama di MSF
Una delle rotte trascurate in Colombia inizia dal ponte Rumichaca, che collega Tulcán, Ecuador, a Ipiales, Colombia.
Lì, siamo venuti a conoscenza del caso delle famiglie di Friangerlin e Yucleisy, due donne venezuelane. Camminavano esauste, avvolte in coperte, con la pelle e le labbra rotte dal freddo e dall’altitudine.
Friangerlin, che era incinta, trascinava un carretto da cui si vedevano traballare i piedi di un bambino che dormiva esausto. Erano in viaggio da quattro settimane. Le due, con i loro mariti e quattro figli, stavano tornando in Venezuela. Yucleisy sarebbe andata a prendere gli altri figli e poi sarebbero partiti insieme per il Darién; Friangerlin non ne era ancora sicura, è stanca di migrare.
Lasciando Guayaquil siamo stati minacciati da un gruppo di uomini conosciuti come ‘los hinchas’. Ci hanno detto che se non li avessimo pagati, avrebbero preso i nostri bambini, ma i nostri partner si sono ribellati e hanno detto loro che avrebbero dovuto ucciderci per prendere le nostre cose o i nostri bambini”. Yucleisy Donna venezuelana in viaggio da quattro settimane con suo marito e i suoi figli
Le storie di violenza sono costanti
Dal Perù ho preso un autobus per Huaquillas, una città dell’Ecuador che confina con il Perù. Lì, alcuni uomini hanno preso 10 di noi migranti e hanno rubato tutti i nostri soldi, hanno fatto spogliare le donne, hanno preso anche i nostri telefoni e hanno detto che se avessimo parlato ci avrebbero ucciso. Avevano coltelli e pistole”. David FuentesMigrante colombiano-venezuelano che lavorava in Perù come venditore ambulante
Come loro, ogni giorno centinaia di venezuelani e haitiani entrano nel sud della Colombia per la loro seconda migrazione, migranti provenienti dal sud del continente come ecuadoriani e peruviani e persone provenienti da Cina, India, Afghanistan, Bangladesh, Camerun e Burkina Faso che sbarcano in Ecuador o in Brasile e poi proseguono il loro percorso via terra.
Secondo le testimonianze dei migranti con minori risorse economiche, durante il percorso attraverso l’Ecuador trovano sostegno solo in due città: Ibarra e Tulcán, molto vicine alla Colombia. A Ipiales, poi, le organizzazioni locali con finanziamenti internazionali dispongono di alcuni rifugi in cui i migranti possono avere accesso a una doccia, un alloggio per una notte e tre pasti, ma poi devono andarsene”. Luis Eguiluz Coordinatore generale in Colombia e Panama di MSF
In mancanza di assistenza e risorse, solo il 2,2% dei migranti ha accesso ai centri di assistenza; oltre il 73% delle famiglie è costretto a dormire per strada o nei parchi pubblici e il 75% non ha sufficiente accesso all’acqua potabile, come recentemente verificato dall’Ufficio del Difensore Civico colombiano.
Per oltre 1.200 chilometri, da Nariño ad Antioquia in Colombia, non c’è quasi nessuna assistenza per la popolazione in transito.
A Medellín, la città principale di Antioquia, Colombia, Keiber racconta che lui, sua moglie e i suoi figli hanno dovuto dormire per due notti sul pavimento di un casello, avvolti in un lenzuolo.
E poi è arrivato il Darién, una giungla di 5.000 chilometri quadrati, confine naturale tra Colombia e Panama.
Lì, oltre ai rischi geografici, i migranti sono esposti a ogni tipo di umiliazione da parte dei criminali: attacchi, rapine, sequestri e violenze sessuali.
Abbiamo trovato persone morte, abbiamo visto donne incinte che galleggiavano morte. Un uomo che era nel mio gruppo ha avuto un attacco epilettico, è morto e hanno dovuto abbandonarlo. È molto dura. In quella giungla ci sono molti furti, rapiscono, chiedono 100 dollari a persona e se una donna non paga la violentano”. Emilady Rodríguez Migrante venezuelana, arrivata di recente a Panama con le sue figlie di 7 e 10 anni.
La richiesta di MSF
Sebbene esistano organizzazioni umanitarie nel territorio e Stazioni di Accoglienza Temporanea per la Migrazione (ETRM) istituite dal governo panamese, la risposta umanitaria non è sufficiente a coprire i bisogni.
Esortiamo quindi i governi dei paesi dove i migranti transitano verso gli Stati Uniti a coordinare gli sforzi per garantire percorsi sicuri e accesso ai servizi di base per le persone in movimento.
La crisi umanitaria nel Darién richiede risposte globali.
MSF a Panama
Dalla fine di aprile 2021, MSF fornisce assistenza medica alle persone in transito che arrivano a Panama in due punti di assistenza. Da gennaio a ottobre 2023, MSF ha effettuato 51.500 consultazioni mediche e infermieristiche, comprese quelle prenatali e postnatali. 18.000 consultazioni sono state effettuate a bambini di età inferiore ai 15 anni e 888 per donne incinte. Inoltre, MSF ha fornito 2.400 consulenze di salute mentale e ha assistito 397 casi di violenza sessuale, per i quali ha recentemente lanciato un allarme.