Nel Nord di Gaza non ci sono abbastanza letti per curare i feriti. Alcune persone non riescono nemmeno a raggiungere gli ospedali, perché le strade sono distrutte.
Dopo che per mesi il Nord della Striscia è rimasto tagliato fuori dagli aiuti umanitari, le persone non hanno altra scelta se non provare a sopravvivere con minime quantità di cibo, acqua e forniture mediche.
La testimonianza di un infermiere MSF
Un nostro infermiere – Loay Harb – ci ha raccontato la situazione nel Nord di Gaza, dove continua a lavorare come può per offrire cure mediche alla popolazione.
Su base volontaria, lui e un altro infermiere si recano quotidianamente all’ospedale Al-Shifa e nella clinica dove lavoravano i nostri team, per occuparsi del cambio delle medicazioni dei feriti.
La situazione a Gaza è catastrofica, non ci sono parole per descriverla. Non abbiamo elettricità, acqua e connessione, creando molta instabilità per la gente di qui. Non abbiamo farina e non abbiamo modo di comunicare con il mondo. Stiamo attraversando momenti molto difficili, a causa dell’assedio, della povertà e della fame.” Loay Harb infermiere di MSF a Gaza
La situazione medica dei pazienti è molto complessa. Nell’ospedale ci sono tantissimi sfollati, il che rende ancora più difficile lavorare.
Alcuni pazienti vengono messi sul pavimento: non ci sono abbastanza letti e spazi per accogliere l’enorme numero di pazienti.
Arrivano ancora persone con ustioni e ferite di guerra, al quale si cerca di dare assistenza sanitaria di base, con le capacità minime possibili.
Alcuni pazienti hanno difficoltà a raggiungere la nostra clinica per ricevere le cure perché le strade sono distrutte. Per questo motivo, preparo per loro dei kit di medicazione e gli spiego come cambiarle”. Loay Harb infermiere di MSF a Gaza