Haiti: MSF costretta a sospendere le attività a Port-au-Prince

Haiti: MSF costretta a sospendere le attività a Port-au-Prince

Ripetute minacce e violenze da parte delle forze di polizia verso lo staff e i pazienti ci hanno costretto a sospendere temporaneamente le attività a Port-au-Prince, ad Haiti.

Negli ultimi giorni, gli agenti di polizia hanno fermato più volte i nostri veicoli e hanno minacciato i membri dello staff, dopo che già l’11 novembre un’ambulanza di MSF era stata attaccata, almeno due pazienti che erano a bordo sono stati giustiziati e il team ha subito danni fisici.

Questi ripetuti incidenti, che dimostrano come il personale e i pazienti siano obiettivi degli attacchi, ci hanno costretto a interrompere la presa in carico di nuovi pazienti e il loro trasferimento in ambulanza verso le cinque strutture mediche che l’organizzazione gestisce a Port-au-Prince.

Continueremo ad assistere i pazienti già ricoverati presso le nostre strutture mediche e a gestire le attività di cliniche mobili, così come le attività di salute materna nel sud del paese, a Port-a-Piment.

Come MSF accettiamo di lavorare in condizioni di insicurezza, ma quando anche le forze dell’ordine diventano una minaccia diretta, non abbiamo altra scelta se non sospendere la presa in carico di nuovi pazienti nelle nostre strutture a Port-au-Prince fin quando non ci saranno le condizioni per poter riprendere. Ogni giorno che passa senza attività è una tragedia, perché siamo tra i pochi che in questo anno estremamente difficile hanno fornito numerosi servizi medici. Tuttavia, non possiamo più continuare a operare in un contesto in cui il nostro personale rischia di essere attaccato, violentato o addirittura ucciso”. Christophe Garnier Capomissione di MSF ad Haiti

In una sola settimana, dopo l’incidente dell’11 novembre, abbiamo subìto altri 4 incidenti:

– Il 12 novembre, 2 ambulanze di MSF sono state fermate dagli agenti della Brigade de Recherche et d’Intervention (BRI) della polizia nazionale di Haiti, che hanno minacciato di uccidere il nostro personale nel prossimo futuro.

– Il 16 novembre, a Delmas 33, un autista di MSF è stato aggredito verbalmente da agenti di polizia in borghese che hanno minacciato di futuri attacchi alle ambulanze.

– Il 17 novembre, poco prima di mezzanotte, un’altra ambulanza di MSF che trasportava un paziente è stata fermata vicino a boulevard Toussaint Louverture da una squadra di polizia che ha minacciato di uccidere il paziente a bordo. Dopo intense negoziazioni, l’ambulanza è stata autorizzata a proseguire il viaggio verso l’ospedale di MSF a Tabarre.

– Il 18 novembre, a Carrefour Rita, un veicolo della polizia nazionale haitiana guidato da un poliziotto in borghese armato di pistola ha fermato un nostro veicolo che stava accompagnando il personale sul posto di lavoro. I membri dello staff di MSF a bordo sono stati minacciati ed è stato detto loro che la prossima settimana le forze di polizia avrebbero iniziato a uccidere e dare fuoco allo staff, i pazienti e le ambulanze.

Inoltre, ci sono stati anche diversi attacchi alle ambulanze e al personale di MSF da parte di vigilantes armati, incluso quello dell’11 novembre.

Forniamo assistenza a tutti sulla base dei bisogni medici. Nell’area metropolitana di Port-au-Prince, forniamo in media ogni settimana assistenza a più di 1.100 pazienti con visite ambulatoriali, gestiamo 54 casi d’emergenza pediatrica e più di 80 nuovi sopravvissuti e sopravvissute a violenza sessuale e di genere.

Siamo presenti ad Haiti da più di 30 anni e non è facile prendere questa decisione perché i servizi sanitari non sono mai stati così pochi per la popolazione. Molte persone perderanno l’accesso ai servizi di MSF perché non possiamo lavorare in sicurezza a Port-au-Prince. Continua il nostro impegno per la popolazione di Haiti, ma al momento non possiamo accogliere nuovi pazienti nelle nostre strutture a Port-au-Prince a meno che non ci venga garantita la sicurezza e il rispetto del nostro mandato medico e umanitario senza ostacoli da parte dei gruppi armati e delle forze dell’ordine”. Christophe Garnier Capomissione di MSF ad Haiti