Nel nord di Gaza e Gaza City, prima della guerra c’erano 150 posti di terapia intensiva pediatrica, oggi ne restano solo 6. Il numero totale di posti letto negli ospedali del nord della Striscia è crollato da 2.000 a 350. Nella clinica di Sheikh Radwan, supportata da MSF, sono 1.230 i pazienti trattati ogni giorno.
Con un sistema sanitario al collasso, i nostri team hanno avviato delle cliniche mobili a Jabalia, dove ci sono ancora cadaveri intrappolati sotto le macerie, e stanno supportando il centro di cure primarie di Sheikh Radwan, dove in media vengono curati 1.230 pazienti al giorno.
I nostri team distribuiscono anche acqua a Jabalia, Beit Lahia e Beit Hanoun, dove stanno riparando i pozzi danneggiati. Si tratta comunque di soluzioni temporanee, che non bastano a soddisfare le enormi necessità.
Nel centro sanitario di Sheikh Radwan, l’afflusso di pazienti è aumentato del 70-80% da quando le persone hanno iniziato a tornare a Nord. Curiamo più pazienti contemporaneamente sullo stesso letto. Vediamo ferite da trauma, amputazioni, fratture, ustioni gravi, mentre molti bambini arrivano scalzi con ferite infette ai piedi”. Sanabel Sulaiman Infermiera di MSF a Gaza
L’ospedale Kamal Adwan è stato raso al suolo, mentre gli ospedali Al Shifa, Al Awda e Indonesian sono gravemente danneggiati e solo parzialmente funzionanti.
I nostri team hanno trovato tutti i macchinari medici dell’Indonesian hospital deliberatamente distrutti per impedirne qualsiasi utilizzo e rendere impossibile la fornitura di cure.
Quelle apparecchiature servivano a salvare vite: madri, padri, bambini. È devastante vedere lo stato di tali ospedali” Caroline Seguin Coordinatrice delle emergenze MSF a Gaza
Intanto, molti palestinesi dormono all’aperto, senza tetti né mura a proteggerli da freddo, piogge intense e forti venti.
Oggi non c’è nessun luogo in cui vive re nel nord di Gaza, che è stato trasformato in montagne di macerie dove i palestinesi che tornano non riescono a riconoscere i loro quartieri. Eppure, vediamo persone determinate a ricostruire le loro vite lì”. Sarah Vuylsteke Coordinatrice del progetto MSF
Chiediamo a Israele, Hamas e ad altri gruppi e organizzazioni che controllano Gaza di rispettare l’accordo di cessate il fuoco, così come la fornitura sicura di assistenza umanitaria alla popolazione.