Il congelamento dei fondi USAID da parte del governo Trump sta causando una catastrofe umanitaria.
All’inizio del 2025, l’amministrazione Trump ha deciso di sospendere i finanziamenti dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), interrompendo per almeno 90 giorni gli aiuti umanitari e sanitari destinati alle popolazioni più vulnerabili.
Questa decisione ha avuto un impatto immediato su milioni di persone in tutto il mondo, compromettendo programmi essenziali come il PEPFAR (Piano di Emergenza del Presidente per il Soccorso contro l’AIDS) e altri servizi di assistenza sanitaria e umanitaria. Denunciamo le gravi conseguenze di questa scelta e invitiamo il governo statunitense a ripristinare immediatamente i finanziamenti per evitare una catastrofe sanitaria globale.
Impatti devastanti sulla salute globale
Come organizzazione medico-umanitaria attiva nelle stesse aree di crisi in cui opera USAID, osserviamo con crescente preoccupazione gli effetti di questa interruzione degli aiuti. Negli ultimi anni, i bisogni umanitari globali sono aumentati a causa di conflitti, disastri naturali ed epidemie. I tagli del governo degli Stati Uniti all’aiuto internazionale stanno avendo un impatto devastante sulle persone che MSF e altre organizzazioni umanitarie assistono quotidianamente.
Chiusura improvvisa di cliniche e interruzione delle cure
La sospensione improvvisa dell’assistenza sanitaria e umanitaria sta già causando una crisi senza precedenti per milioni di persone vulnerabili, tra cui persone rifugiate, sfollate, bambini a rischio di malaria e persone affette da HIV e tubercolosi.
Senza cure adeguate, molte di queste persone rischiano di perdere la vita. L’arresto generalizzato dell’assistenza estera da parte dell’amministrazione Trump ha già determinato la perdita di aiuti sanitari salvavita. Solo nelle ultime settimane, i team di MSF hanno assistito alla chiusura improvvisa di cliniche e servizi essenziali finanziati da USAID, lasciando le persone prive di cure e in una situazione di totale incertezza.
Confusione e incertezze nell’accesso alle cure per l’HIV
La decisione degli Stati Uniti di congelare temporaneamente i fondi destinati al PEPFAR ha avuto un impatto immediato sui pazienti affetti da HIV. Nonostante una successiva dichiarazione del governo abbia chiarito che alcuni programmi di trattamento potranno continuare fino ad aprile, molti elementi cruciali del programma restano bloccati.
Rimangono infatti gravi lacune nel supporto a servizi fondamentali, come la profilassi pre-esposizione (PrEP) per i gruppi più vulnerabili, tra cui la comunità LGBTQ+ e i lavoratori del sesso, gli interventi specifici per adolescenti e giovani donne nei paesi con alta prevalenza di HIV, e i programmi di monitoraggio gestiti dalle comunità. Senza questi servizi, il contrasto all’epidemia rischia di subire un pericoloso arresto.
Nei Paesi dell’Africa sub-sahariana, dove MSF gestisce numerosi programmi contro l’HIV/AIDS e altre emergenze sanitarie, si stanno già osservando gravi ripercussioni. In Sudafrica, molte cliniche finanziate da PEPFAR hanno sospeso i servizi di test, trattamento e PrEP, lasciando migliaia di persone senza accesso ai farmaci salvavita.
In Mozambico, un’importante organizzazione partner di MSF ha dovuto interrompere completamente le attività di assistenza per l’HIV. In Zimbabwe, la maggior parte delle organizzazioni impegnate nella lotta all’HIV ha cessato le proprie operazioni, colpendo in particolare il programma DREAMS, progettato per ridurre le infezioni tra adolescenti e giovani donne.
L’appello di MSF: ripristinare gli aiuti senza condizioni
MSF non accetta fondi dal governo degli Stati Uniti e i nostri progetti non saranno direttamente colpiti dal blocco dei finanziamenti USAID. Tuttavia, l’enorme ruolo svolto dagli Stati Uniti nel finanziamento dell’assistenza internazionale non può essere facilmente compensato da altre fonti.
I team di MSF stanno assistendo a una crescente confusione e disperazione tra i pazienti e gli operatori sanitari, mentre cliniche e servizi essenziali vengono chiusi da un giorno all’altro a causa della mancanza di fondi e personale.
Chiediamo con urgenza al governo degli Stati Uniti di garantire la continuità di tutta l’assistenza umanitaria e medica essenziale, mentre si valutano nuove priorità per gli aiuti esteri. Il costo di questa interruzione è troppo alto: milioni di vite sono in pericolo e il tempo per agire è ora.