Come siamo nati e i momenti cruciali della nostra storia.
Una storia lunga 50 anni.
Dal 1971 siamo impegnati in prima linea a portare soccorso medico-umanitario durante le emergenze e ovunque l’accesso alle cure sia negato.
50 anni fatti anche di testimonianza, denunce, prese di posizione su temi umanitari e importanti traguardi raggiunti. Ripercorriamoli insieme.
1971
Medici Senza Frontiere viene fondata
A seguito della drammatica guerra in Biafra un gruppo di medici e giornalisti francesi fonda MSF.
Foto © D.R.
1972
Terremoto in Nicaragua
MSF svolge la sua prima missione di emergenza durante una catastrofe naturale.
1973
Uragano in Honduras
MSF avvia la prima missione di assistenza medica di lungo periodo.
Foto © Sipa-Press
1975
Khmer Rossi
MSF fornisce assistenza medica nella sua prima missione di intervento su larga scala per i rifugiati Cambogiani che fuggono dal regime di Pol Pot.
Foto © Sebastiao Salgado
1977
Guerra in Libano
MSF effettua il primo e più grande intervento dell’organizzazione in una zona di guerra.
1978
Assistenza ai Rifugiati
MSF avvia attività per rifugiati in Thailandia, nella regione di Ogaden e per i rifugiati Eritrei in Sudan.
1980
L’Unione Sovietica invade l’Afghanistan
MSF avvia delle attività transfrontaliere per portare assistenza medica ai civili.
1984
Etiopia
MSF lancia un massiccio programma nutrizionale in Etiopia.
Foto © Sebastiao Salgado
1985
Etiopia
MSF viene espulsa dall’Etiopia dopo aver denunciato il dirottamento degli aiuti umanitari e il trasferimento forzato della popolazione da parte del governo.
Foto © Sebastiao Salgado
1986
Guerra civile in Sri Lanka
MSF organizza delle cliniche mobili e delle attività mediche per curare i feriti e i cittadini traumatizzati.
1989
Crollo del blocco sovietico
MSF avvia attività mediche in risposta al deterioramento del sistema sanitario nell'ex Unione Sovietica.
1990
Guerra civile in Liberia
MSF fornisce assistenza di emergenza al culmine della guerra civile.
1991
Guerra del Golfo
MSF avvia il più grande intervento di soccorso mai realizzato prima dall’organizzazione fornendo assistenza in Turchia, Iran e Giordania agli sfollati curdi in seguito alla Guerra del Golfo.
1992
Bosnia
MSF denuncia operazioni di pulizia etnica e crimini contro l’umanità in Bosnia.
Foto © Marleen Daniels
1993
Medici Senza Frontiere Italia
Viene aperta la sezione italiana di MSF.
1994
Genocidio in Ruanda
MSF resta a Kigali durante il genocidio di oltre 800.000 Tutsi e Hutu moderati e prende una decisione senza precedenti chiedendo l’intervento militare.
Foto © Stefan Pleger
1995
Massacro di Srebrenica
MSF è testimone della caduta della “zona protetta” delle Nazioni Unite a Srebrenica e denuncia il successivo massacro di 8.000 civili da parte delle truppe serbe.
Foto © Olivier Jobard
1997
Bambini di strada e giovani emarginati
MSF espande le sue attività sanitarie rivolte ai bambini di strada e i giovani emarginati in Madagascar, Brasile e nelle Filippine.
Foto © Marleen Daniels
1999
Premio Nobel per la Pace
MSF viene insignita del Premio Nobel per la Pace e lo stesso anno lancia la Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali.
Foto © Patrick Robert
2001
HIV/AIDS
MSF inizia a fornire farmaci antiretrovirali ai malati sieropositivi in sette paesi.
Foto © Didier Lefevre
2002
Carestia in Angola
MSF avvia il più grande intervento della sua storia, con 200 operatori internazionali e più di 2.000 locali in azione in tutto il paese.
Foto © Sergio Cecchini
2004
Emergenza nutrizionale
MSF avvia centri nutrizionali e di salute in Darfur e Ciad e lancia campagne di vaccinazione.
Foto © Jean-Marc Giboux
2005
Tsunami in Indonesia
In 48 ore le équipe di MSF sono sul posto e distribuiscono nel giro di due settimane 150 tonnellate tra acqua, forniture mediche e igieniche.
2006
Vaccinazione morbillo
MSF vaccina in poche settimane 359.318 bambini al di sotto dei 5 anni nella Repubblica Democratica del Congo.
Foto © Pascale Zintzen
2008
Ciclone Nargis in Myanmar
MSF inizia il suo intervento d’emergenza in meno di 48 ore fornendo assistenza medica e generi di prima necessità.
2009
Attività in Afghanistan
MSF riprende le attività in Afghanistan, dopo aver lasciato il Paese nel 2004 in seguito all’uccisione di cinque suoi operatori.
Foto © Pascale Zintzen
2010
Terremoto ad Haiti
Il maggior intervento di emergenza nella storia di MSF porta a curare, nei primi sei mesi, 358.000 persone ed effettuare 15.000 interventi chirurgici.
Foto © Julie Remy
2011
Guerra in Libia
MSF lavora con le équipe mediche libiche presso le linee del fronte. Dal porto di Misurata, trasferisce feriti e materiale sanitario da/verso Tunisi.
Foto © Benoit Finck
2012
Crisi in Sudan
MSF assiste i rifugiati che scappano in Sud Sudan e denuncia l’inadeguatezza della risposta internazionale.
Foto © Shannon Jensen
2013
Siria
Col deteriorarsi della situazione in Siria, MSF espande le proprie attività in Giordania, Libano e Iraq a sostegno dei rifugiati e della popolazione locale.
Foto © Yuri Kozyrev
2014
Epidemia di Ebola
MSF mette in piedi il più grande intervento mai realizzato per arginare l’epidemia in 6 paesi in Africa occidentale.
Foto © John Moore
2015
Ricerca e Soccorso nel Mediterraneo
Tre navi di MSF salvano più di 23mila persone e vengono triplicate le operazioni per rispondere ai bisogni di rifugiati e migranti.
Foto © Borja Ruiz Rodriguez
2016
Attacchi ai civili e alle strutture sanitarie
Dallo Yemen alla Siria, si moltiplicano gli attacchi ai civili e alle strutture sanitarie e MSF denuncia la situazione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Foto © Paulo Filgueiras
2017
Rohingya
MSF mette in piedi una massiccia risposta alla crisi dei Rohingya in fuga dal Myanmar.
Foto © Antonio Faccilongo
2018
Scontri a Gaza
Dal 1° aprile al 28 maggio, MSF assiste un terzo di tutti i feriti degli scontri tra palestinesi ed esercito israeliano.
Foto © Laurie Bonnaud
2019
Ciclone in Mozambico
A poche ore dal ciclone che devasta il Paese, MSF porta cure mediche, acqua e forniture essenziali nei luoghi più colpiti.
Foto © Pablo Garrigos
2020
Pandemia Covid-19
La pandemia di Covid-19 colpisce il mondo intero mettendo alla prova anche i sistemi sanitari più avanzati. MSF mette da subito a disposizione le proprie conoscenze nella gestione delle epidemie, intervenendo in Italia e nel resto del mondo.
Foto © Vincenzo Livieri
Fondazione
In Nigeria, durante la guerra di secessione del Biafra, alcuni medici francesi che lavoravano con la Croce Rossa, rimangono scioccati dal genocidio in corso e frustrati dal silenzio a cui erano tenuti. Lo stesso accade ad alcuni giornalisti, reduci di un’emergenza umanitaria in Bangladesh.
Decidono così di creare un’organizzazione medica d’urgenza più libera nelle parole e nelle azioni. Nel 1971 Raymond Borel e Philippe Bernier, giornalisti della rivista medica “Tonus”, lanciano un appello per creare un’équipe di medici pronti ad aiutare le persone che soffrono nelle più gravi catastrofi.
Medici senza Frontiere nasce ufficialmente il 22 dicembre del 1971 con 300 volontari, compresi i 13 medici e giornalisti fondatori. Il loro sogno è quello di fare un passo in più rispetto ai principi tradizionali dell’intervento umanitario: inaugurano un nuovo stile dell’azione d’emergenza, in grado di combinare immediatezza e professionalità con indipendenza e testimonianza. Salvare vite e curare ma anche raccontare e denunciare.
Le prime missioni
La nostra prima missione è in Nicaragua, a Managua, dove nel 1972 un terremoto distrugge gran parte della città e uccide tra 10.000 e 30.000 persone.
Nel 1974, parte una missione di soccorso per aiutare la popolazione dell’Honduras dopo l’uragano Fifi che causa gravi inondazioni e uccide migliaia di persone.
Nel 1975, forniamo assistenza medica nella nostra prima missione di intervento su larga scala in favore dei rifugiati cambogiani in fuga dal regime dei Khmer Rossi.
In queste prime missioni, le debolezze di MSF in quanto organizzazione umanitaria appena nata sono evidenti: preparazione carente, medici senza adeguato supporto, catene di rifornimento ingarbugliate. È un momento decisivo: il movimento inizia a spaccarsi.
Medici organizzati o medici guerriglieri
Ci fu una vera e propria contrapposizione – afferma tra chi non voleva che le cose fossero organizzate e voleva restare un piccolo gruppo di medici d’emergenza – e altri che volevano organizzarsi . Non volevamo diventare una sorta di Croce Rossa, ma essere comunque più organizzati di quanto fossimo. Non solo medici pronti a lanciarsi con pochi farmaci in un sacchetto di plastica e non abbastanza con cui lavorare”. Claude Malhuret Presidente di MSF tra il 1977 e il 1978
In occasione dell’Assemblea generale annuale, nel 1979, si vota per decidere se MSF sarebbe dovuta diventare più organizzata o rimanere un gruppo di medici guerriglieri. L’ottanta per cento vota a favore della prima possibilità. Bernard Kouchner e alcuni altri fondatori, non condividendo la scelta, lasciano MSF per fondare Médecins du Monde, Medici del Mondo.
Negli anni successivi, MSF cresce divenendo a metà degli anni ’80 un’organizzazione internazionale. Oggi abbiamo progetti in oltre 80 Paesi con più di 65.000 operatori umanitari impegnati sul campo.
Nobel per la Pace
Nel 1999 riceviamo il Premio Nobel per la Pace. I giudici scelgono MSF “in riconoscimento del lavoro umanitario pionieristico realizzato in vari continenti” e per onorare il nostro staff medico, che ha lavorato in più di 80 paesi e curato decine di milioni di persone.
Il Premio Nobel ci offre un’opportunità per parlare, e non ce la siamo fatta scappare. James Orbinski, allora Presidente di MSF, usando il suo discorso in occasione della cerimonia di premiazione, si rivolge direttamente al leader russo Boris Eltsin e condanna la violenza della Russia contro i civili in Cecenia.
Orbinski dichiara:
Il silenzio è stato a lungo confuso con la neutralità, ed è stato presentato come una condizione necessaria per l’azione umanitaria. Dalle sue origini, MSF è stata creata per opporsi a questa tesi. Non siamo sicuri che le parole possono salvare delle vite, ma sappiamo con certezza che il silenzio uccide.”
Orbinski continua parlando apertamente del potere e dei limiti dell’umanitarismo:
Nessun medico può fermare un genocidio. Nessun operatore umanitario può fermare la pulizia etnica, così come nessun operatore umanitario può fare la guerra. E nessun operatore umanitario può fare la pace. Queste sono responsabilità politiche, non imperativi umanitari.
Lasciatemelo dire molto chiaramente: l’atto umanitario è il più apolitico di tutti gli atti, ma se le sue azioni e la sua eticità vengono presi sul serio, può avere le più profonde implicazioni politiche. E la battaglia contro l’impunità è una di queste implicazioni.”
Abbiamo utilizzato il ricavato del premio per creare un fondo destinato alle malattie dimenticate, ovvero a progetti pilota di sviluppo clinico, produzione, approvvigionamento e distribuzione di trattamenti per le malattie dimenticate, come il Chagas, la malattia del sonno e la malaria.