La testimonianza pubblica fa parte del nostro DNA, proprio come curare e salvare vite.
MSF è stata fondata da un gruppo di medici e… di giornalisti, con un solo obiettivo: superare la politica del silenzio dell’intervento umanitario tradizionale, inaugurando un nuovo stile dell’azione d’emergenza, in grado di combinare immediatezza e professionalità con indipendenza e testimonianza. Salvare vite e curare ma anche raccontare e denunciare.
Quando siamo testimoni di atti di violenza estrema verso persone o gruppi, non restiamo in silenzio. Cerchiamo di accendere i riflettori sui bisogni e sulle sofferenze inaccettabili delle persone, quando l’accesso alle cure mediche salva-vita viene ostacolato, quando le strutture mediche sono a rischio, quando le crisi sono dimenticate o quando gli aiuti umanitari sono inadeguati o sovradimensionati.
Nel 1985 abbiamo denunciato pubblicamente lo sfollamento forzato di centinaia di migliaia di persone da parte del governo etiope. Nel 1994 abbiamo compiuto un passo senza precedenti: abbiamo chiesto un intervento militare internazionale per porre fine al genocidio in Ruanda. Nel 1995 abbiamo portato all’attenzione pubblica il massacro di 8.000 bosniaci a Srebrenica cosi come il bombardamento russo della capitale cecena Grozny.
Nel 2004 abbiamo richiamato l’attenzione del mondo sulla crisi del Darfur e nel 2005 presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Nel 2008 abbiamo accesso i riflettori dell’opinione pubblica mondiale sul crescente numero di vittime civili nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centrafricana, in Ciad e in Somalia. Abbiamo sostenuto pubblicamente l’ampia diffusione di nuovi protocolli per la cura della malnutrizione.
Dal 2015 siamo in mare per soccorrere persone in pericolo e denunciare quello che succede nel Mediterraneo.
Siamo in Libia dove, senza uno stato di diritto, proviamo a offrire assistenza a migranti e rifugiati rinchiusi nei centri di detenzione in condizioni disumane. E testimoniamo quello che vediamo.
Quando, nel 1999, abbiamo ricevuto il Premio Nobel per la Pace, il presidente internazionale di MSF dichiarò:
Il silenzio è stato a lungo confuso con la neutralità, ed è stato presentato come una condizione necessaria all’azione umanitaria. Dalle sue origini, MSF è stata creata per opporsi a questa tesi. Non siamo sicuri che le parole possono salvare delle vite, ma sappiamo con certezza che il silenzio uccide.