In Niger, nel 2019 la situazione è diventata sempre più instabile e violenta, causando ulteriori trasferimenti di popolazione, in particolare nell’area del lago Ciad.

Abbiamo continuato ad assistere i rifugiati, gli sfollati e le comunità vulnerabili, ma la crescente insicurezza ha fortemente limitato la nostra capacità di raggiungere molte persone che ne avevano bisogno.

Fornire assistenza sanitaria nelle aree di conflitto

Nel 2019 si sono verificati numerosi attacchi e incursioni a Diffa, la regione sudorientale al confine con la Nigeria.

Spesso hanno provocato omicidi e rapimenti, che hanno indotto migliaia di persone a fuggire dalle proprie abitazioni, in particolare nei dipartimenti di Diffa e Nguigmi.

In risposta alle crescenti difficoltà, abbiamo gestito cliniche mobili e ampliato le nostre attività legate alla nutrizione presso l’ospedale di Nguigmi e due centri sanitari specializzati.

Abbiamo inoltre fornito assistenza tecnica a centri di alimentazione ambulatoriale che trattano bambini gravemente malnutriti.

Un altro obiettivo del nostro lavoro è stato l’ospedale distrettuale, dove abbiamo sostenuto l’apertura di una sala operatoria.

Il 26 aprile 2019, uomini armati non identificati hanno attaccato il nostro ufficio di Mainé-Soroa a Diffa.

Un membro del personale è rimasto leggermente ferito, quattro veicoli sono stati dati alle fiamme e i locali sono stati danneggiati.

Non potendo garantire la sicurezza del nostro personale e dei pazienti, abbiamo deciso di interrompere le attività a giugno.

Il progetto, avviato a luglio 2017, offriva assistenza medica alla popolazione sia a Diffa sia oltre confine in Nigeria.

Nella regione di Tillabéri, che confina con il Mali e il Burkina Faso, abbiamo lavorato per aumentare la disponibilità di assistenza sanitaria gratuita per le persone vulnerabili e sfollate, i rifugiati e le comunità locali colpite dal conflitto, dispiegando cliniche mobili in zone remote e inaccessibili, somministrando vaccini ed effettuando screening per la malnutrizione.

Durante l’anno, le nostre équipe nel comune rurale di Ayorou hanno effettuato 12.400 consulti nei centri sanitari di Koutougou e Ayorou e attraverso le cliniche mobili dislocate nei campi di sfollati a Kongokiré e Igagalan.

A seguito degli attacchi quasi quotidiani perpetrati da gruppi armati, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza per le regioni di Tillabéri e Diffa e ha obbligato gli operatori umanitari a ricorrere a scorte armate.

Ciò ha avuto un grave impatto sulle nostre attività e ha ridotto ulteriormente l’accesso delle persone all’assistenza sanitaria e ad altri servizi pubblici.

Aumentare l’assistenza agli sfollati

Il Niger è un importante paese di transito per migranti, richiedenti asilo e rifugiati espulsi dall’Algeria, ritornati dalla Libia o in viaggio verso nord, diretti in Europa.

Queste persone sono spesso vittime di abusi ed esclusione sociale.

Nel 2019, nella regione di Agadez, abbiamo intensificato le nostre attività per assistere i migranti che erano stati respinti nel villaggio di confine di Assamaka e i migranti interni che lavorano nei siti minerari di Tabelot a Dirkou, nonché le comunità ospitanti vulnerabili.

A Dirkou, abbiamo istituito un sistema di ricerca e soccorso per i migranti dispersi o abbandonati nel deserto e una linea telefonica diretta per i migranti che richiedono assistenza, conducendo operazioni di ricerca e soccorso nel deserto del Ténéré e a Kawar.

Affrontare la malnutrizione e il picco di malaria annuale

Ogni anno, tra luglio e ottobre, la carenza di cibo e le forti piogge scatenano un picco di malnutrizione e malaria in Niger, soprattutto nelle regioni meridionali.

Sebbene negli ultimi dieci anni si siano compiuti notevoli progressi nella prevenzione e nella cura delle malattie infantili in Niger, centinaia di migliaia di bambini sono vittime ogni anno di questa emergenza cronica.

Recentemente, la violenza e la crescente insicurezza in Niger e nei paesi vicini hanno messo a dura prova il sistema sanitario.

Nel 2019 abbiamo collaborato con il Ministero della Salute Pubblica per curare 191.400 bambini affetti da malaria e 43.400 casi di malnutrizione a Madaoua, Madarounfa e Magaria.

La maggior parte dei bambini che necessitava di cure ospedaliere è stata ricoverata nei mesi di luglio e agosto, all’inizio del picco stagionale.

Ogni anno, per fronteggiare l’afflusso di pazienti, molti dei quali in condizioni critiche, incrementiamo la nostra capacità ospedaliera.

Nel 2019, abbiamo ricoverato più di 15.300 bambini sotto i cinque anni, una media di 42 al giorno, nell’unità pediatrica dell’ospedale distrettuale di Magaria e, durante il picco, abbiamo ricoverato ogni giorno 46 bambini in terapia intensiva.

Abbiamo inoltre fornito assistenza a oltre 17.000 bambini ricoverati nei reparti pediatrici e nel centro di alimentazione intensiva dell’ospedale di Madarounfa.

Per ridurre il numero di pazienti con complicanze, continuiamo a concentrarci sullo sviluppo di approcci preventivi e decentralizzati.

A Madarounfa, abbiamo esteso le nostre attività dal rafforzamento durante il periodo di picco, al sostegno durante tutto l’anno per facilitare l’accesso tempestivo all’assistenza sanitaria per i bambini di età inferiore ai cinque anni.

Gli operatori sanitari della comunità hanno lavorato tutto l’anno per testare e curare casi semplici di malaria, effettuare screening nutrizionali e gestire la semplice diarrea dei bambini nei loro villaggi.

Questa strategia di decentralizzazione è stata attuata principalmente per ridurre il numero di ricoveri nelle strutture sanitarie e impedire che i bambini muoiano a casa, nei loro villaggi, perché non sono disponibili cure mediche.

Se i bambini malati ricevono cure precoci nelle loro comunità, è possibile prevenirne il peggioramento dei sintomi in modo che guariscano più velocemente.

Abbiamo inoltre rafforzato il nostro approccio comunitario a Magaria, ad esempio fornendo trattamento precoce per malaria, infezioni respiratorie acute e diarrea.

Le nostre équipe hanno aperto 30 centri di trattamento della malaria durante il periodo di picco.

Risposta a epidemie e altre emergenze

Abbiamo continuato a sostenere le autorità sanitarie con vaccinazioni, sorveglianza epidemiologica e interventi di emergenza per affrontare epidemie e altre emergenze, comprese inondazioni e spostamenti di massa in tutto il Niger.

Nel 2019, il nostro team di emergenza mobile del Sahel (Équipe Mobile d’Urgence Sahel, o EMUSA) si è concentrato sull’assistenza agli sfollati, ai rifugiati e alle comunità locali vulnerabili nelle zone di conflitto nelle regioni di Tillabéri e Diffa.

L’équipe ha inoltre fornito assistenza medica e umanitaria a seguito delle inondazioni, in particolare nei distretti sanitari di Kirkissoy, Agadez, Niamey e Bouza e nella regione di Diffa.

Nel 2019, l’EMUSA e altri progetti abituali hanno inoltre sostenuto il Ministero della Salute nella realizzazione di campagne di vaccinazione contro il morbillo in quattro distretti sanitari, uno a Niamey e tre nella regione del Maradi, di cui hanno beneficiato più di 354.200 bambini.

Inoltre, l’EMUSA ha vaccinato contro la malattia 41.800 bambini a Madaoua e 5.060 a Dirkou.

  • 436.1 mila visite ambulatoriali
  • 220.3 mila casi di malaria trattati
  • 67.6 mila persone ricoverate in ospedale

Le nostre principali attività in Niger

  • Malaria

    La malaria è causata da protozoi parassiti trasmessi all’uomo da zanzare ad attività crepuscolare-notturna del genere Anopheles. I sintomi includono febbre, dolore alle articolazioni, mal di testa, vomito, convulsioni e coma.

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  • Malnutrizione

    La malnutrizione è causata dalla carenza di sostanze nutritive essenziali. I bambini smettono di crescere e si ammalano più facilmente, a causa dell’indebolimento del loro sistema immunitario.

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  • Vaccinazioni

    L’immunizzazione è uno degli interventi medici più convenienti nella sanità pubblica. Tuttavia, si stima che 1,5 milioni di persone muoiano ogni anno a causa di malattie prevenibili con una serie di vaccini raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da MSF, soprattutto ai bambini.

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