Città del Capo, 27 agosto 2002 – Al Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile, gli attivisti chiedono che sia garantito l'accesso alle cure oggi disponibili contro l'AIDS a tutti gli africani affetti da HIV/AIDS.
Gli attivisti ritengono che i governi, gli organismi multilaterali e il settore privato debbano impegnarsi in prima persona per il raggiungimento dell'obiettivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): assicurare gli antiretrovirali (ARV) ad almeno 3 milioni di persone nei paesi in via di sviluppo entro il 2005.
Sullo sfondo del Vertice di Johannesburg, Sudafrica, oltre 70 attivisti africani che operano nel campo dell'AIDS, appartenenti a 21 paesi, si sono incontrati a Città del Capo tra il 22 e il 24 agosto per inaugurare il Movimento Panafricano per l'Accesso alle Cure anti HIV/AIDS(1). Il Movimento è stato fondato da due tra i principali attivisti a livello mondiale nel campo dell'AIDS, Zackie Achmat della Treatment Action Campaign (TAC) del Sudafrica e Milly Katana, dirigente e portavoce del Health Rights Action Group in Uganda e membro del Consiglio del Fondo Globale per la Lotta all'AIDS, alla Tubercolosi e alla Malaria. Il Movimento vuole mobilitare le comunità, i leader politici e tutti i settori della società allo scopo di garantire la fornitura di antiretrovirali (ARV), elemento essenziale nel trattamento delle persone affette da HIV/AIDS in Africa.
I rappresentanti del Movimento presenteranno, durante il Vertice, una Dichiarazione Programmatica che comprenderà le richieste ai governi africani, ai governi dei paesi ricchi, alle istituzioni multilaterali e al settore privato, inclusa l'industria farmaceutica. "I leader mondiali riuniti a Johannesburg devono riconoscere che non può esistere sviluppo, se la popolazione non è sana. La salute è un requisito essenziale per lo sviluppo sostenibile, e l'accesso alle cure anti AIDS in Africa rappresenta la chiave per migliorare la salute", ha detto Zackie Achmat. "Il compito del Movimento è fare in modo che gli organismi nazionali e internazionali s'impegnino in prima persona affinché siano immediatamente elaborati e applicati programmi nazionali per la cura anti HIV/AIDS".
Durante l'incontro inaugurale del Movimento, gli attivisti hanno posto l'accento sulle lacune delle politiche e dei programmi anti HIV/AIDS dei loro paesi. Hanno sottolineato la carenza di programmi per il trattamento con ARV. "E' vero, ci sono governi africani, anche di paesi ricchi, che parlano di prevenzione della trasmissione madre-figlio, questione di vitale importanza, in quanto costituisce il punto di accesso al trattamento e alla prevenzione. Ma noi ci chiediamo: 'E per quanto riguarda le madri e il resto della famiglia?'" ha continuato Katana. "Dobbiamo affrettarci e trovare immediatamente una cura per loro, per salvare le loro vite e per invertire la tendenza alla crescita del numero di orfani in Africa".
Il Movimento ha chiesto ai paesi africani di applicare la Dichiarazione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), firmata durante la Conferenza ministeriale di Doha, sull'Accordo TRIPS e Salute Pubblica, ed ha insistito affinché gli Stati Uniti e altri paesi ricchi permettano a paesi con limitate capacità di produzione farmaceutica di acquistare a basso costo versioni generiche di farmaci brevettati da paesi esportatori dopo l'applicazione totale delle norme sui diritti di proprietà dell'OMC.
"La speculazione e l'abuso dei diritti di proprietà da parte dell'industria farmaceutica hanno causato abbastanza morti e sofferenze nel nostro continente. I nostri governi devono seguire le orme dell'OMC, che ha finalmente messo la salute pubblica davanti ai diritti di brevetto delle ricchissime industrie farmaceutiche", ha detto il Dr. John Wasonga della Kenya Coalition for Access to Essential Medicines. "Ma dobbiamo sfruttare ogni più piccola possibilità per salvare la nostra gente, dalla produzione locale di ARV generici di buona qualità all'acquisto in blocco di medicine esportate da società generiche in Asia, America Latina e altri paesi. Non possiamo permetterci di buttar via denaro per acquistare costosi farmaci protetti da brevetto, mentre la nostra gente sta morendo."
"La prevenzione, pur essendo parte essenziale della risposta all'HIV/AIDS, non potrà mai essere sufficiente", ha aggiunto Winston Zulu del Network of Zambian People Living with HIV/AIDS (NZP+). "Quand'è che il mondo si renderà conto che 16 milioni di africani sono già morti di HIV/AIDS? Ed è solo l'inizio, se continuiamo a limitarci alla prevenzione. La richiesta prioritaria di questo Movimento sarà la cura, che, come tutti sappiamo, deve affiancare la prevenzione." I delegati hanno sottolineato la necessità di sostegno nutrizionale, di trattamento per infezioni opportunistiche, di ricostituzione del sistema sanitario pubblico e di eliminazione di nuove infezioni di AIDS. Sono però d'accordo sul fatto che il trattamento con ARV deve essere una priorità.
"L'educazione alla cura anti HIV/AIDS è potere", ha detto Olayide Akanni della Nigeria Treatment Access Coalition. "Gli africani, lavorando insieme, elaboreranno informazioni accessibili e semplici sul trattamento, che toccheranno tutti gli aspetti della cura e del trattamento anti HIV/AIDS. Dobbiamo avere accesso alle informazioni per salvare vite umane e per chiedere un trattamento corretto a coloro che ci forniscono le cure mediche, ai governi e ai datori di lavoro." "Le persone colpite da HIV/AIDS in Africa sono stufi di promesse, sempre disattese, da parte della comunità internazionale", ha detto il Dr. Eric Goemaere, capomissione di Médecins Sans Frontières (MSF) in Sudafrica, che oggi fornisce il trattamento con ARV in Khayelitsha, una piccola comunità del Western Cape. "Sono stanchi di sentir parlare di progetti pilota. Il tempo degli interventi progressivi è ormai scaduto, adesso è necessario un intervento politico a livello nazionale e internazionale."
Paesi rappresentati: Botswana, Burundi, Costa d'Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Ghana, Kenya, Lesotho, Malawi, Maurizio, Mozambico, Namibia, Nigeria, Ruanda, Sudafrica, Swaziland, Tanzania, Togo, Uganda, Zambia e Zimbabwe.
Organizzazioni presenti: AIDS Consortium – Sudafrica; AIDS Law Project (ALP) – Sudafrica; AIDS Law Unit: Legal Assistance Centre – Namibia; Catholic AIDS Action – Namibia; Coping Centre for People with AIDS (COCEPWA) – Botswana; Kara Counselling and Training Trust – Zambia; Médecins Sans Frontières (MSF); Network of Zambian People Living with HIV/AIDS (NZP+) – Zambia; Network of Zimbabwean Positive Women – Zimbabwe; Treatment Action Campaign (TAC) – Sudafrica; e Women and AIDS Support Network (WASN) – Zimbabwe.