L’intensificarsi della violenza minaccia la vita della popolazione a Port-au-Prince, capitale di Haiti.
MSF amplia i posti letto nelle sue strutture
Le nostre équipe stanno assistendo a un drastico aumento dei feriti e dei bisogni medici da 2 settimane.
Secondo le Nazioni Unite, l’85% del territorio della capitale è attualmente sotto il controllo delle bande armate, ogni minimo spostamento espone la popolazione al rischio di morte. Gli scontri tra gruppi armati e forze di polizia sono sempre più frequenti, mentre la popolazione è sotto costante minaccia di colpi d’arma da fuoco.
Tra il 24 febbraio e il 2 marzo, il centro di emergenza di MSF a Turgeau ha accolto 314 pazienti, di cui 90 feriti a causa delle violenze, quasi il doppio rispetto alla media abituale. I casi più gravi, che richiedevano interventi chirurgici, sono stati trasferiti nel reparto di traumatologia dell’ospedale MSF di Tabarre, dove si è reso necessario aumentare i posti letto da 50 a 75.
Da oltre 10 giorni, l’ospedale lavora quasi al massimo delle sue capacità, con le équipe mediche costrette a operare in condizioni critiche per riuscire a garantire cure a tutti i pazienti.
L’aumento delle violenze ha provocato un alto numero di vittime, ma anche migliaia di persone sfollate. Da metà febbraio, le incursioni dei gruppi armati in diversi quartieri di Port-au-Prince hanno costretto più di 24.000 persone a fuggire, un numero destinato a crescere con il perdurare delle violenze.
L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni stima oltre 180.000 sfollati interni in più di 140 campi sparsi per la città. In queste condizioni di estrema precarietà, molte persone – spesso costrette a spostarsi più volte – cercano rifugio anche in campi provvisori, dove l’accesso all’acqua potabile è estremamente limitato o del tutto assente.
I tagli USA agli aiuti hanno complicato ulteriormente l’emergenza
La sospensione dei finanziamenti statunitensi ha complicato ulteriormente la situazione, privando molte organizzazioni umanitarie delle risorse necessarie per continuare a operare.
Solidarités International, ad esempio, è stata costretta a interrompere la distribuzione di acqua potabile nei campi per sfollati. Secondo l’ONG, in queste aree le persone sopravvivono con appena 1 litro d’acqua al giorno, un dato allarmante se si considera che gli standard internazionali d’emergenza prevedono almeno 15 litri pro capite al giorno.
Per far fronte a questa crisi, abbiamo avviato un servizio di distribuzione di acqua tramite camion cisterna, riuscendo a raggiungere oltre 13.000 persone in 4 campi.
Abbiamo individuato più di 100 campi per sfollati nell’area metropolitana di Port-au-Prince, ma purtroppo non siamo in grado di far fronte ai bisogni di tutti. L’entità di questa crisi va ben oltre le attuali capacità di risposta di MSF, oltretutto a un mese dall’inizio della stagione delle piogge”. Christophe Garnier Capomissione di MSF ad Haiti
Con l’arrivo imminente delle prime piogge, il sistema idrico sarà compromesso e le condizioni igieniche peggioreranno rapidamente, aumentando il rischio d’esposizione a epidemie come il colera.
Il piano di risposta umanitaria per Haiti è gravemente sottofinanziato. Mentre il conflitto si intensifica, migliaia di persone sono costrette alla fuga e cercano rifugio in campi provvisori di fortuna senza accesso all’ acqua e ai servizi igienici essenziali. Senza un intervento urgente, la situazione rischia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria e di aggravare ulteriormente la sofferenza di una popolazione già allo stremo”. C. G.