I ripari temporanei di plastica e bambù, dove vivono ancora circa un milione di rifugiati Rohingya in Bangladesh, rischiano di essere seriamente danneggiati con l’arrivo imminente della stagione delle piogge, che potrebbe favorire la diffusione di malattie e complicare ulteriormente l’accesso alle cure.
Ci stiamo preparando ad affrontare un’emergenza nell’emergenza, rafforzando il pronto soccorso in due ospedali, realizzando un centro di risposta alle epidemie, come quelle di colera o epatite E, molto comuni nella stagione dei monsoni, e distribuendo generi non alimentari alla popolazione.
Quasi due anni dopo la fuga dalle violenze in Myanmar, i Rohingya continuano a vivere in campi sovraffollati, in condizioni igienico-sanitarie precarie, esposti a seri rischi per la loro salute. La prevalenza di malattie prevenibili tra la popolazione è la conseguenza di bassi livelli di vaccinazione, segno del limitato accesso dei Rohingya alle immunizzazioni di routine in Myanmar, così come l’alto numero di casi di diarrea acquosa deriva dalla scarsa qualità dell’acqua utilizzata nei campi e dall’accesso limitato della popolazione alle strutture sanitarie.
Un milione di rifugiati Rohingya vive in condizioni drammatiche da quasi due anni. L’assistenza medica è fornita quasi esclusivamente dalle organizzazioni umanitarie ed è cruciale che aumenti la capacità di risposta delle autorità sanitarie locali per rispondere ai loro bisogni nel lungo periodo. Jessica Patti Coordinatrice dello staff medico di MSF a Cox’s Bazar
MSF ha supportato numerose campagne di vaccinazione condotte dal Governo del Bangladesh per prevenire la diffusione di difterite, morbillo e colera. In particolare è stato rafforzato il programma di immunizzazione di routine per i bambini Rohingya al di sotto dei 2 anni e sta per essere ampliato quello rivolto ai bambini sotto i 5 anni. In totale, tra agosto 2017 e marzo 2019, MSF ha curato 7.032 pazienti con difterite, 4.987 casi sospetti di morbillo e 99.681 per diarrea acquosa acuta.
Anche la fornitura di servizi idrici ed igienici adeguati è cruciale per la salute e la dignità dei Rohingya. Abbiamo fornito più di 193 milioni di litri di acqua clorurata a 77.430 persone, e completato 5 reti idriche e un sistema di fognature. Questo ha richiesto la costruzione di 390 nuove latrine, lo spurgo di 760 latrine esistenti, la gestione di 1.433 milioni di litri di liquame. Si aggiungono a tutto questo quasi 12.000 sessioni di promozione dalla salute.
Continuiamo ad essere preoccupati per la mancanza di cure mediche specialistiche per i rifugiati Rohingya e la comunità locale, in particolare per quelle materno infantili. Per questo ha aperto l’ospedale materno infantile di Goyalmara, dove verranno trasferiti tutti i neonati che hanno bisogno di cure specialistiche.
Ogni anno, in tutto il mondo, circa 1 milione di neonati muore lo stesso giorno in cui nasce. Qui in Bangladesh, la mancanza di cure di qualità nei primi 28 giorni di vita può mettere a rischio la sopravvivenza di un bambino. Il tempo necessario per spostarsi dagli spazi angusti dei campi rifugiati a un primo centro di cure di base, e poi a un ospedale materno infantile, può fare la differenza tra la vita e la morte anche per la madre. Jessica Patti Coordinatrice dello staff medico di MSF a Cox’s Bazar
MSF è anche una delle poche organizzazioni nella regione a fornire assistenza psicologica alla popolazione Rohingya. La maggior parte di loro ha vissuto esperienze traumatiche durante la fuga dalle violenze in Myanmar. In molti hanno subito o assistito a violenze, o hanno perso familiari e amici. Oggi la mancanza di uno status giuridico, le restrizioni alla libertà di movimento e l’incertezza del futuro restano preoccupazioni cruciali e continuano ad influire sulla loro salute mentale. In totale, da agosto 2017 a marzo 2019, gli psicologi i nostri psicologi hanno assistito 1.087 sopravvissuti a violenze sessuali e di genere, e hanno svolto 25.679 sessioni di salute mentale individuali e 41.480 di gruppo.