“E’ la prima volta che leggiamo in un testo scritto che la Libia è un porto sicuro secondo le autorità italiane. E questo per noi è un elemento di forte preoccupazione”. Così il nostro Marco Bertotto, responsabile advocacy di Medici senza frontiere, intervenendo sul caso Mediterranea, ha commentato ieri la direttiva del Ministero dell’Interno.
“Al di là dei proclami contro le Ong – sottolinea all’Adnkronos – cosa si sta facendo per trovare una soluzione che sia di buon senso oltre che legale? Non c’è uno straccio di idea che non sia battere i pugni e chiudere i porti. Ora assistiamo a un nuovo un braccio di ferro che si gioca sulla pelle delle persone, come ne abbiamo già visti troppi. E l’Europa in tanti mesi di discussione non è ancora riuscita a definire un meccanismo predeterminato di sbarco che rispetti il diritto internazionale, gli obblighi di soccorso in mare e soprattutto la dignità, i diritti e i bisogni delle persone”.
Parlando delle operazioni di soccorso della nave Mare Jonio, Bertotto osserva che “dalle informazioni che abbiamo, è vero che i 49 migranti sono stati avvicinati in una zona sotto il coordinamento della Guardia costiera libica, ma in quei casi la valutazione spetta al comandante a bordo, il solo che ha una visione oggettiva del pericolo. Quindi, non ci dovrebbero essere i presupposti per alcuna contestazione. Nessun ‘alibi’, anche perché i migranti, nel momento in cui sono stati trasferiti sulla Mare Jonio battente bandiera italiana, si trovano già sul territorio nazionale”.
“Lanciare proclami, fare dei regolamenti specifici stropicciando un po’ il diritto internazionale, è chiaro che tutto ciò ha un destinatario preciso: l’attività delle Ong. E’ un clima che viviamo da tempo in Italia, lo scopo è criminalizzare la solidarietà e boicottare il soccorso in mare. Ma l’assenza delle Ong in zona Sar ha dimostrato solo quello che diciamo da tempo: che non esiste il fattore attrazione con le navi in mare. Se togli l’autoambulanza – conclude -, gli incidenti non si azzerano. E nel Mediterraneo si continua a morire anche senza Ong. Ormai suona come un ritornello: fateli sbarcare!”.
Il servizio sulla condizione dei migranti detenuti in Libia andato in onda a Piazza Pulita il 7 marzo scorso, con un’intervista al nostro medico Gianfranco De Maio.