In Siria, a due mesi dall’inizio dell’epidemia di colera, abbiamo trattato più di 3.000 casi sospetti nel Nord-Est del paese, mentre nel Nord-Ovest abbiamo aperto un nuovo centro di trattamento con 20 posti letto e raggiunto oltre 22.000 persone con attività di promozione alla salute.
La diffusione del colera in Siria è legata all’utilizzo dell’acqua contaminata del fiume Eufrate e la mancanza di acqua pulita sta avendo un impatto sulla salute delle persone, specialmente nei campi di rifugiati, causando oltre al colera anche altre malattie come epatite, scabbia e impetigine.
Già nel 2021 eravamo preoccupati per il limitato accesso all’acqua potabile nel nord del paese. Oggi, con l’inverno alle porte, l’insicurezza e il rischio dell’interruzione degli aiuti transfrontalieri, il colera potrebbe rendere ancora più difficile una situazione umanitaria già drammatica.” i team di MSF in Siria
Il nostro intervento in Siria nord-orientale
In Siria nord-orientale stiamo rispondendo all’epidemia in collaborazione con le autorità sanitarie locali: abbiamo trattato più di 3.000 casi sospetti e stiamo supportando un centro di trattamento da 20 posti letto a Raqqa. I nostri team stanno collaborando con altre organizzazioni locali per interventi idrici e igienico-sanitari, tra cui la clorazione e il monitoraggio dell’acqua, formazione per gli operatori, gestione delle acque reflue e la distribuzione di kit igienici.
Supportiamo anche sei stazioni idriche in città e abbiamo donato dispositivi di protezione individuale e dieci tonnellate di cloro. A Tal Abyad e Ras Al-Ain le nostre équipe stanno supportando l’organizzazione Al-Ameen per sensibilizzare la comunità e distribuire kit igienici alle famiglie.
L’intervento di MSF in Siria nord-occidentale
Nel governatorato occidentale di Idlib, supportiamo un centro di trattamento per il colera da 24 posti letto. In un mese sono stati presi in carico più di 150 pazienti, con una media di 7 pazienti al giorno. Il 22% dei pazienti erano casi gravi con livelli alti di disidratazione, la maggior parte dei quali dovuti a cure tardive dopo i primi sintomi.
Il 15 novembre abbiamo aperto un nuovo centro di trattamento da 20 posti letto nel governatorato settentrionale di Idlib che nella prima settimana ha preso in carico 11 pazienti. I nostri team lavorano anche in 4 punti di reidratazione orale situati in diverse aree di Idlib per fornire un primo trattamento ai pazienti. In un mese sono stati trattati circa 300 casi sospetti.
Anche nella parte settentrionale del governatorato di Aleppo, supportiamo un punto di reidratazione e due centri di trattamento per il colera ad Afrin e Al-Bab in collaborazione con l’organizzazione Al-Ameen dove sono stati trattati circa 70 pazienti, la maggior parte con sintomi lievi e moderati.
In entrambi i governatorati, di Idlib e Aleppo, abbiamo distribuito kit igienici di prevenzione (taniche, sapone e compresse di cloro) a più di 20.000 famiglie sfollate nei campi, dove i team effettuano anche esami dell’acqua, nonché circa 3900 compresse per depurare l’acqua in 17 campi.
I nostri team sono impegnati in formazioni per gli operatori sanitari e attività di promozione alla salute, raggiungendo oltre 22.000 persone.