Continuano le proteste in Iraq, supportiamo i centri di salute che ricevono i feriti

Continuano le proteste in Iraq, supportiamo i centri di salute che ricevono i feriti

Mentre non si fermano le proteste che scuotono la città di Nassirya, capoluogo del governatorato di Dhi Qaar, nel sud dell’Iraq, continuiamo a offrire supporto agli ospedali locali, implementando la loro capacità di risposta in caso di un grosso afflusso di persone ferite.

Il 1° ottobre, nella capitale irachena di Baghdad, sono scoppiate proteste diffuse, che hanno avuto subito eco in altre città del sud del Paese. A Nassiriya si sono alternati momenti di violenza, con l’uso di proiettili veri e di bombe di gas lacrimogeno, che hanno lasciato decine di morti, feriti o mutilati in modo permanente.

Dal dicembre 2019, supportiamo il reparto di emergenza dell’ospedale di Al-Hussein in Iraq, lavorando con il personale locale più esperto per migliorarne la preparazione in caso di incidenti di massa e per rendere così più efficiente la gestione di un improvviso afflusso di pazienti.

L’organizzazione fornisce inoltre una formazione aggiuntiva sull’assistenza traumatologica per rafforzare ulteriormente le competenze dei medici e degli infermieri del reparto di emergenza, soprattutto per quel che riguarda il trattamento delle lesioni più critiche.

Non solo gli spazi di lavoro sono stati adattati al fine di accogliere un maggior numero di pazienti, ma sono state anche donate alla struttura le attrezzature mediche.

Inoltre, in collaborazione con il Dipartimento della Sanità, abbiamo avviato delle attività di formazione per i volontari che si occupano del primo soccorso e i paramedici della città per migliorare le loro capacità di trattare i feriti. Ai medici volontari sono stati donati anche dei kit di primo soccorso.

Più a ovest, nella provincia meridionale di Najaf, dove milioni di musulmani, provenienti dall’Iraq e non solo, convergono ogni anno nei santuari musulmani per i due rituali di Ashura e Arbaeen – cerimonie che a volte portano a fughe disordinate – abbiamo anche fornito supporto alle strutture sanitarie locali.

Anche lì, negli ultimi mesi, si sono svolte una serie di manifestazioni. Abbiamo quindi offerto al personale locale dell’Al-Hakim General Hospital, dell’Al-Sadr Teaching Hospital e dell’Al-Furat Central Hospital un corso di formazione per quel che riguarda un piano per gli incidenti di massa (MCIP), così da poter gestire meglio un flusso improvviso di pazienti.

Indipendentemente dalle manifestazioni in corso nella provincia, Najaf è spesso testimone di incidenti di massa. Un piano per gli incidenti di massa è un processo multidisciplinare che coinvolge aree mediche e non mediche dentro e fuori le strutture sanitarie per coordinarsi insieme quando ci si trova in un momento di instabilità. L’obiettivo è quello di impedire la diffusione del panico, dalla scena dell’incidente fin dentro al pronto soccorso dell’ospedale e di permettere così alle strutture di dare ai pazienti assistenza sanitaria d’emergenza senza alcun ostacolo”. Mohammed Ali Medico MSF

Questi ospedali di Nassiriya e Najaf sono due dei tanti ospedali del Paese che nei mesi scorsi sono stati sommersi da un gran numero di feriti, ma la capitale Baghdad, dove è scoccata la prima scintilla delle proteste, è stata la città maggiormente colpita dalla violenza.

Fin dal primo giorno delle proteste, abbiamo cercato di tenere sotto controllo la situazione a Baghdad e contattato le strutture sanitarie locali per accertarci di quali fossero le loro esigenze. Abbiamo supportato alcuni di loro con donazioni di forniture mediche d’emergenza.” Shaukat Muttaqi Capomissione di MSF Iraq

Nell’ospedale più vicino ad Al-Tahrir Square, il cuore delle proteste di Baghdad, è stata istituita, in collaborazione con il personale locale, un’unità d’emergenza di fortuna, per valutare la gravità delle ferite e per curare o reindirizzare i pazienti verso altri ospedali della città.

Nel frattempo, la capienza del Baghdad Medical Rehabilitation Centre (BMRC) è stata aumentata da 20 a 30 posti letto per ricevere un maggior numero di pazienti, che vengono inviati alla struttura dopo aver subito interventi chirurgici in altri ospedali della città. Lì i pazienti beneficiano di fisioterapia, cure post-operatorie e supporto psicologico per alleviare e curare il peso delle ferite.

Lavoriamo in Iraq dal 1991, offrendo cure mediche primarie e secondarie, tra cui assistenza neonatale, trattamenti per le malattie croniche, chirurgia e riabilitazione per feriti di guerra, servizi per la salute mentale e attività di educazione alla salute. Attualmente lavoriamo nei governatorati di Erbil, Diyala, Ninewa, Kirkuk, Anbar e a Baghdad.