In Sudan interrotte le cure per 5.000 bambini malnutriti

In Sudan interrotte le cure per 5.000 bambini malnutriti

In Sudan Medici Senza Frontiere (MSF) è stata costretta a interrompere le cure ambulatoriali per 5.000 bambini affetti da malnutrizione acuta nel campo di Zamzam, in Darfur settentrionale. Sono mesi che le parti in conflitto bloccano le consegne di cibo, medicinali e altre forniture essenziali.

Quando le forniture si sono esaurite alla fine di settembre, siamo stati costretti a interrompere le cure ambulatoriali per 5.000 bambini, tra i quali 2.900 bambini con malnutrizione acuta grave. Rimane in funzione l’ospedale da 80 posti letto di MSF nel campo per curare i bambini a maggior rischio di morte.

C’è bisogno urgente di una massiccia fornitura di prodotti nutrizionali e di cibo per aiutare la popolazione che sta vivendo una situazione catastrofica. MSF chiede a tutti gli attori coinvolti, ai governi, agli alleati delle parti in conflitto, alle Forze di Supporto Rapido (RSF), alle Forze Armate Sudanesi (SAF) e alle Forze congiunte, di facilitare la consegna degli aiuti umanitari al campo”. Michel-Olivier Lacharité Responsabile delle operazioni di emergenza di MSF

Nelle ultime settimane sono arrivate alcune forniture limitate, tra cui quelle mediche che siamo riusciti a trasportare, ma le quantità rimangono troppo basse per soddisfare i bisogni di chi soffre di malnutrizione nel campo di Zamzam, in cui vivono circa 450.000 persone.

Dopo che il Comitato di Revisione sulla Carestia (FRC) dell’IPC ha concluso ad agosto che nel campo di Zamzam era in corso una carestia, la crisi ha attirato una più ampia attenzione internazionale. Diversi screening nutrizionali condotti da MSF all’inizio dell’anno hanno rilevato che il 30% dei bambini era malnutrito, stimando che un bambino moriva in media ogni due ore per cause legate alla malnutrizione. Poiché la crisi attuale limita anche la capacità di MSF di raccogliere nuovi dati, non si conosce l’attuale tasso di mortalità tra i bambini.

Negli ultimi giorni abbiamo visto alcuni segnali positivi, con l’arrivo di camion dopo mesi di blocco quasi totale intorno al campo. Tuttavia, queste quantità sono insufficienti. Fornire un mese di razioni alimentari di emergenza, ovvero circa 500 calorie al giorno per persona, alle 450.000 persone di Zamzam significherebbe consegnare circa 2.000 tonnellate di razioni, ovvero 100 camion al mese. Questi sono segnali positivi e dimostrano che le parti in conflitto riconoscono la gravità della situazione e iniziano a far arrivare i camion. Ma se vogliamo avere una risposta massiccia, anche le agenzie umanitarie dovranno intensificare significativamente i loro sforzi e tutti gli attori che negoziano con le parti in conflitto dovranno convincerle a garantire che questa fornitura sia continua nei prossimi mesi”. Michel-Olivier Lacharité Responsabile delle operazioni di emergenza di MSF