Attacco contro convoglio MSF a Gaza: un familiare di un membro del nostro staff è stato ucciso e un altro è rimasto ferito. L’attacco è avvenuto ieri pomeriggio mentre erano in corso le operazioni per evacuare 137 persone intrappolate da una settimana a causa degli scontri intorno all’ospedale di Al Shifa.
Condanniamo con la massima fermezza questa aggressione deliberata.
Il nostro convoglio, composto da cinque mezzi con il simbolo dell’organizzazione ben riconoscibile (anche sui tetti), è partito alle 9 del mattino di ieri con 137 persone, composte da membri del nostro staff palestinese e i loro familiari, tra cui 65 bambini.
Cos’è successo?
Il convoglio ha lasciato i locali di MSF (guesthouse, ufficio e clinica situati vicino all’ospedale Al Shifa) in direzione del sud di Gaza per raggiungere un luogo più sicuro. Dall’11 novembre queste persone erano intrappolate a causa dei combattimenti e da allora abbiamo ripetutamente chiesto una loro evacuazione in sicurezza.
Avevamo informato entrambe le parti in conflitto di questo movimento. Il convoglio ha seguito l’itinerario indicato dall’esercito israeliano e ha raggiunto la strada Salah Al Deen, insieme ad altri civili che cercavano di lasciare la zona. Dopodiché si è diretto verso l’ultimo checkpoint nei pressi di Wadi Gaza, in quel momento sovraffollato a causa dei lunghi controlli sui palestinesi da parte delle forze israeliane.
Nonostante le informazioni condivise con l’esercito israeliano, non è stato permesso al nostro convoglio di attraversare il checkpoint per ore. Durante l’attesa, il nostro staff ha sentito degli spari, per paura il convoglio ha deciso di rientrare nella sede, situata a circa 7 km dal checkpoint.
Sulla via del ritorno, tra le 15.30 e le 16.00, il convoglio è stato attaccato in via Al-Wehda, vicino all’incrocio con via Said Al A’as, nei pressi dell’ufficio di MSF. Due mezzi di MSF sono stati deliberatamente colpiti, uccidendo un familiare di un membro dello staff e ferendone un altro.
Le richieste di MSF
Chiediamo ancora una volta di consentire con urgenza l’evacuazione del nostro staff e di migliaia di altre persone, intrappolate dai combattimenti e che vivono in pessime condizioni nel nord di Gaza.
Chiediamo un cessate il fuoco immediato, l’unico modo per ottenere corridoi di evacuazione sicuri per migliaia di civili.