Ad Haiti, a Port-au-Prince, siamo stati costretti a chiudere temporaneamente il nostro ospedale nell’area di Cité Soleil a causa delle violenze.
La decisione è stata presa dopo che, a causa dei violenti scontri tra gruppi armati avvenuti a pochi metri dall’ospedale, non siamo stati più in grado di garantire la sicurezza dei pazienti e del personale.
Molti proiettili vaganti sono entrati nell’area dell’ospedale e per le persone malate o ferite, alcune di loro a causa degli scontri, è attualmente quasi impossibile raggiungere la struttura.
Stiamo assistendo a scene di guerra di fronte al nostro ospedale. Anche se non siamo stati direttamente presi di mira, siamo una vittima collaterale dei combattimenti visto che l’ospedale si trova nell’area degli scontri. Sappiamo che la chiusura della nostra struttura avrà un grave impatto sulla popolazione di Cité Soleil, ma le nostre équipe non possono lavorare finché non saranno garantite condizioni di sicurezza”. Vincent Harris Consulente medico di MSF ad Haiti
Preoccupazione per l’incremento delle violenze
Lavoriamo ad Haiti da più di 30 anni e abbiamo chiesto che i combattimenti intorno all’ospedale cessino e che le attività mediche vengano rispettate per permettere al personale di riprendere il proprio lavoro il prima possibile e di continuare a fornire assistenza sanitaria alla popolazione di Cité Soleil.
Inoltre, esprimiamo preoccupazione per l’incremento delle violenze in un momento in cui i bisogni medici e umanitari della popolazione sono sempre più elevati.
Il numero di pazienti nel nostro centro d’emergenza a Turgeau, a 10 km da Cité Soleil, è aumentato significativamente. Negli ultimi giorni, le nostre équipe hanno ricoverato un numero di persone con ferite da arma da fuoco dieci volte superiore alla media.
Da quando sono ripresi i combattimenti nel quartiere di Bel Air lo scorso 28 febbraio, abbiamo ricoverato molti bambini, donne e anziani. È terribile vedere quante siano le vittime collaterali di questi scontri ed è difficile determinare il numero preciso di feriti in tutta la città perché molte persone sono troppo spaventate per lasciare le loro case”. Freddy Samson Responsabile medico di MSF ad Haiti
La testimonianza dello staff MSF
I nostri team, che raggiungono con le cliniche mobili le aree più colpite dalle violenze, hanno assistito in prima persona agli scontri armati e sono stati costretti a interrompere bruscamente le visite mediche. Molte persone sono fuggite e hanno cercato rifugio in insediamenti informali che sono diventati rapidamente sovraffollati.
Nei quartieri centrali della città, abbiamo identificato bisogni critici per un gran numero di sfollati che rischiano di essere colpiti da proiettili vaganti, vivono in condizioni terribili e hanno un accesso limitato all’acqua potabile.
I combattimenti tra gruppi armati hanno luogo in ogni quartiere di Port-au-Prince, e l’intera popolazione della capitale si trova ad affrontare una situazione estremamente difficile.
La violenza è sempre più vicina. Sparano anche contro casa nostra. I vicini del piano di sopra hanno trovato un proiettile sulle scale. Molte persone stanno fuggendo, abbiamo visto persone di tutte le età andarsene. Io stesso sono stato costretto a rifugiarmi a casa di un amico con tutta la mia famiglia”. Membro dello staff di MSF
Il supporto di MSF
Nonostante la chiusura temporanea dell’ospedale a Cité Soleil e il deterioramento della situazione della sicurezza nella capitale, continuiamo ad assistere la popolazione di Haiti, principale vittima delle violenze che da anni colpiscono il paese. I team continuano a curare le vittime di violenze e ustioni a Tabarre, le vittime di violenza sessuale a Delmas 33 e a Artibonite, le vittime di gravi incidenti nel centro di emergenza di Turgeau, le donne incinte e i neonati nel Dipartimento del Sud e le popolazioni colpite dalla violenza urbana attraverso cliniche mobili.
Nel 2022, in collaborazione con il ministero della salute haitiano, le nostre équipe hanno effettuato più di 4.600 interventi chirurgici, fornito 34.200 consultazioni d’emergenza, trattato 2.600 pazienti con ferite da arma da fuoco e 370 ustionati, fornito 17.800 consulenze mediche nelle cliniche mobili, assistito 2.300 sopravvissuti a violenza sessuale e assistito 700 parti. Dalla fine di settembre 2022, le nostre équipe hanno inoltre curato più di 19.000 persone per i sintomi del colera.