HIV/AIDS: Incertezza su tagli USA mette a rischio milioni di persone nel mondo | MSF Italia

HIV/AIDS: Incertezza su tagli USA mette a rischio milioni di persone nel mondo | MSF Italia

La decisione del governo statunitense di congelare temporaneamente i finanziamenti al Programma Presidenziale d’emergenza per la lotta all’HIV/Aids (PEPFAR) e tutti gli altri aiuti per l’estero per almeno 90 giorni ha avuto effetti immediati sulle persone affette da HIV.

Sebbene gli Stati Uniti abbiano chiarito che alcuni programmi di trattamento potranno continuare almeno fino ad aprile, siamo preoccupati che gli aspetti più importanti del programma PEPFAR rimangano congelati.

A più di 3 settimane dalla decisione del governo americano di congelare i fondi PEPFAR, c’è ancora molta confusione e incertezza sui tagli applicati a questa vitale àncora di salvezza per milioni di persone. Nonostante una deroga limitata che copre alcune attività, in molti paesi i nostri team stanno vedendo persone che hanno già perso l’accesso alle cure salvavita e non sanno se o quando il loro trattamento continuerà. MSF chiede al governo degli Stati Uniti di riattivare immediatamente i finanziamenti per tutti gli interventi PEPFAR e per altri aiuti sanitari e umanitari di fondamentale importanza”. Avril Benoît Direttrice generale di MSF USA

Il 1° febbraio, dopo oltre 1 settimana di caos e di congelamento delle attività, il governo degli Stati Uniti ha consentito la ripresa di alcuni programmi specifici per l’HIV. Tuttavia, nel mondo, queste nuove direzioni non sono state implementate perché poco chiare e non abbiamo visto una sola organizzazione in grado di riprendere le attività.

Il 6 febbraio, il governo americano ha pubblicato linee guida più chiare sulla cura e il trattamento dell’HIV e sui programmi di prevenzione della trasmissione da madre a figlio (PMTCT). Tuttavia, siamo preoccupati che aree chiave della prevenzione, trattamento e cura dell’HIV non siano incluse in queste linee guida aggiuntive, come la profilassi pre-esposizione (PrEP) per i più vulnerabili, incluse le persone LGBTQ e sex workers, gli interventi specifici per ragazze adolescenti e giovani donne nei paesi ad alta prevalenza e i programmi di monitoraggio guidati dalle comunità. Questi servizi sono essenziali per garantire una risposta efficace all’epidemia.

Anche se noi non riceviamo finanziamenti dal governo statunitense e non saremo direttamente interessati dai tagli o dal congelamento di PEPFAR, molte delle attività della nostra organizzazione dipendono dai programmi che sono stati interrotti. In alcuni contesti è stato necessario adattare e modificare le nostre attività e gli effetti indiretti di questi tagli si sono già fatti sentire su alcuni progetti in varie parti del mondo.

Quando MSF iniziò a curare le persone affette da HIV/AIDS in Sudafrica 25 anni fa, non c’erano farmaci antiretrovirali sugli scaffali, ogni diagnosi sembrava una condanna a morte e le comunità cercavano disperatamente di frenare la diffusione del virus”. Tom Ellman Direttore dell’unità medica di MSF in Sudafrica

Da allora, il sostegno di PEPFAR ha contribuito a salvare più di 25 milioni di vite e ha incoraggiato la lotta contro l’HIV a diventare davvero globale.

Il successo nella lotta all’HIV dipende dall’accesso continuo a tutti i programmi, i servizi e le cure. Come operatori sanitari, siamo profondamente preoccupati per le interruzioni di questo programma salvavita, perché costeranno vite umane e vanificheranno anni di progressi contro questo virus. Ogni giorno che passa è un’emergenza per milioni di persone per le quali PEPFAR è un’àncora di salvezza”. Avril Benoît Direttrice generale di MSF USA

Nell’Africa sub-sahariana, dove gestiamo diversi programmi sanitari contro l’HIV/AIDS e interventi correlati, le nostre équipe stanno già vedendo l’impatto sui pazienti. In Sudafrica, molte cliniche che forniscono servizi contro l’HIV, inclusi test, cure e la profilassi pre-esposizione attraverso organizzazioni finanziate da PEPFAR, sono state chiuse, lasciando le persone confuse e angosciate su dove accedere ai farmaci essenziali.

In Mozambico, un’importante organizzazione partner che forniva servizi contro l’HIV ha dovuto interrompere completamente le attività. In Zimbabwe, anche la maggior parte delle organizzazioni che forniscono servizi contro l’HIV hanno smesso di lavorare, interrompendo in particolare il programma DREAMS volto a ridurre le nuove infezioni da HIV tra le ragazze adolescenti e le giovani donne.

Qualsiasi interruzione dei servizi e delle cure contro l’HIV è fonte di stress e sofferenza per le persone in cura e rappresenta un’emergenza quando si tratta di cure contro l’HIV. I medicinali contro l’HIV devono essere assunti quotidianamente altrimenti le persone corrono il rischio di sviluppare resistenze o complicazioni mortali”. Tom Ellman Direttore dell’unità medica di MSF in Sudafrica

Nella Repubblica Democratica del Congo, il congelamento degli aiuti sta già colpendo il modello di maggior successo di distribuzione di farmaci antiretrovirali mai implementato nella capitale Kinshasa: postazioni per la distribuzione gratuita degli antiretrovirali gestiti dalla comunità (PODI). In un paese in cui lo stigma contro le persone affette da HIV è enorme e la povertà rimane un ostacolo alle cure, i PODI si sono rivelati un approccio necessario dal punto di vista medico per affrontare i ritardi o l’abbandono della terapia.

Con i punti di cura supportati da PEPFAR ora chiusi e altre attività congelate, migliaia di persone sono rimaste senza sostegno e con un alto rischio di avanzamento della malattia. Le nostre équipe di lotta all’HIV a Kinshasa potrebbero non essere in grado di soddisfare la crescente domanda se le interruzioni dovessero persistere.

In Sud Sudan, dove circa il 51% delle persone affette da HIV conosce il proprio stato e il 47% è in cura, l’interruzione di questo programma avrà effetti devastanti su migliaia di persone e sulle loro comunità. Abbiamo collaborato con PEPFAR fornendo cure essenziali per l’HIV in questo contesto e ha visto in prima persona come questo programma salvi vite umane e quanto il sostegno di questo programma in questo paese sia fondamentale.

L’attività di PEPFAR è profondamente interconnessa e dipende da altre componenti del sistema di aiuti degli Stati Uniti, in particolare dal supporto fornito da USAID e dall’assistenza tecnica fornita dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC). Dato che il congelamento degli aiuti esteri e gli ordini di sospensione del lavoro continuano a colpire queste altre agenzie, con il personale messo in congedo immediato o richiamato, non è chiaro quando e come anche le attività limitate ora consentite potranno riprendere.

La programmazione supportata da PEPFAR è stata infine fortemente integrata negli aspetti chiave dei più ampi sistemi sanitari dei paesi partner negli ultimi 20 anni e le conseguenze di queste interruzioni sono di vasta portata.

Per questo alcuni dei servizi interessati vanno oltre il semplice trattamento e prevenzione dell’HIV, come in Uganda, dove gli aspetti di sorveglianza e risposta alle malattie infettive finanziati da PEPFAR, compreso il virus Ebola, sono stati interrotti.