Jenin, morti e feriti: stiamo continuando a fornire cure mediche d’emergenza dopo il raid delle forze israeliane, e condanniamo gli impedimenti per portare assistenza sanitaria alle persone colpite.
Durante l’attacco, che ha causato vittime e feriti e ha colpito le strutture sanitarie, i bulldozer militari israeliani hanno distrutto diverse strade che portano al campo di Jenin, rendendo quasi impossibile alle ambulanze di raggiungere i pazienti.
🔊La testimonianza di Ludovica Cesti, medico d'urgenza nell'ospedale di #Jenin ⬇️⬇️ pic.twitter.com/DPX0Nv21I9
— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) July 4, 2023
Inoltre, i paramedici palestinesi sono stati costretti a procedere a piedi in un’area dove erano in corso spari e attacchi di droni. Tutte le strade che conducono al campo sono state bloccate durante l’operazione militare, nonostante la presenza di persone che necessitavano di cure.
Stiamo lavorando da diverse ore e i pazienti continuano ad arrivare. È un’operazione militare di una durata senza precedenti, eppure ci sono ancora feriti che non possono essere raggiunti. Il personale sanitario deve poter accedere ai pazienti senza impedimenti”. Jovana Arsenijevic Coordinatrice delle operazioni di MSF a Jenin
Le forze israeliane a Jenin ricorrono sempre più spesso al supporto aereo durante i raid, con un intensificarsi preoccupante della violenza. Ieri sono stati segnalati almeno 10 attacchi aerei nell’area. Inoltre, dopo quest’ultimo attacco – il più massiccio in Cisgiordania dal 2002 – sale a 48 il numero di persone uccise dai raid israeliani dall’inizio di quest’anno.
Le incursioni nel campo di Jenin hanno iniziato a seguire uno schema ricorrente: le ambulanze vengono speronate dai mezzi blindati e ai pazienti e al personale sanitario viene regolarmente negato l’ingresso e l’uscita dal campo. L’intensità degli attacchi è aumentata con l’uso di elicotteri e di droni e in un’area così densamente popolata è a dir poco oltraggioso. Le strutture mediche, le ambulanze e i pazienti devono essere rispettati”. Jovana Arsenijevic Coordinatrice delle operazioni di MSF a Jenin
Diverse bombole di gas lacrimogeno sono cadute nel cortile dell’ospedale Khalil Suleiman, dove dalla mattina di ieri i nostri team sono in azione per supportare i feriti, curando finora 55 pazienti con ferite da arma da fuoco.
MSF nei Territori Palestinesi Occupati
MSF è presente nei Territori Palestinesi Occupati dal 1989 e attualmente svolge attività medico-umanitarie a Jenin, Nablus, Hebron e Gaza.