Le Ferite: 14 racconti per i 50 anni di Medici Senza Frontiere

Le Ferite: 14 racconti per i 50 anni di Medici Senza Frontiere

Ci sono ferite profonde e insanabili, alcune restano sulla pelle e altre vengono taciute ma rimangono impresse nell’anima.

Quattordici grandi scrittori e scrittrici hanno scelto la parola “ferita”, ciascuno interpretandola a suo modo in 14 racconti regalati a Medici Senza Frontiere per i suoi 50 anni di azione medico-umanitaria, curando le ferite degli altri in tutto il mondo.

C’è chi parla di migrazione: Jhumpa Lahiri affronta il tema del razzismo e racconta quanto può ferire il rifiuto, Melania G. Mazzucco mette a nudo la lontananza dei mondi dentro una stanza di ospedale, Hamid Ziarati, attraverso un incontro fra fuggitivi, ci fa capire che la migrazione è anche solitudine, Evelina Santangelo cerca una nuova prospettiva per guardare il dolore, nel Mediterraneo come in una pandemia, Helena Janeczek ci porta in una terra lacerata linguisticamente e culturalmente, Diego De Silva, sbeffeggiando i luoghi comuni sovranisti, descrive la violenza di una società cieca e Marco Missiroli decide di scomparire per lasciare il posto alle parole vere di un naufrago morto in mare.

C’è chi sceglie l’infanzia come luogo della ferita originaria. Domenico Starnone s’interroga sui limiti dell’empatia di fronte alla scoperta del dolore degli altri, Sandro Veronesi riflette sulla nostra stessa capacità di ferire, per dirci che la vita insegna a convivere col male che ci è stato fatto come con quello che abbiamo fatto noi, e Marco Balzano sulle cose perdute, fra cui la nostra innocenza.

A volte sono i rapporti più stretti a ferire: Marcello Fois racconta un femminicidio, Antonella Lattanzi la follia della violenza domestica attraverso un’amicizia fra adolescenti, Rossella Milone il corpo e un dispetto meschino durante una separazione, Donatella Di Pietrantonio quanto sia difficile per una figlia adulta riconoscere la libertà di sua madre senza sentirsi tradita.

Le ferite raccontate dai nostri operatori

Per ringraziare scrittori e scrittrici e accompagnare l’uscita del libro, abbiamo raccolto le ferite raccontate dai propri operatori umanitari, chirurghi, infermieri, anestesisti, logisti, psicologi, che curano ferite fisiche e psicologiche e rendono l’azione medica “senza frontiere” portandola ovunque ce ne sia bisogno, in conflitti, epidemie, calamità naturali.

Ferite che raccontano di civili uccisi in Repubblica Democratica del Congo per la sfortuna di trovarsi fuori dalla propria casa durante scontri armati tra gruppi rivali, o ferite in un campo profughi in Iraq, Siria o nelle vicine isole greche dove decine di migliaia di sfollati vivono da anni in fuga dalle guerre, dormendo per terra sotto una tenda che li protegga dal sole o dal freddo. Soprattutto raccontano l’umanità della cura e dell’aiuto incondizionato da persona a persona, che muove la nostra azione da 50 anni.

Cinquant’anni fa un manipolo di medici e giornalisti ha intrapreso una nuova strada nell’umanitario fatta di rotture col passato e visione del futuro. Ancora oggi, quello che facciamo è prima di tutto curare ferite, del corpo e dell’anima. Ma dietro ogni ferita c’è la gioia di ogni guarigione. Questo bellissimo progetto di Einaudi e i racconti degli scrittori e delle scrittrici aiuteranno il pubblico a riflettere sul dolore e sul bisogno di portare aiuto, anche quando è lontano e non si vede.” Claudia Lodesani, Presidente di MSF Italia

Il libro Le Ferite rientra nelle iniziative per il nostro cinquantesimo anniversario e vedrà incontri, presentazioni, reading, online e offline, su tutto il territorio italiano, per aiutare a raccontare i “50 anni di umanità” appena trascorsi e le tante sfide ancora aperte.

Le testimonianze

Abbiamo chiesto ad alcuni dei nostri operatori di raccontarci la loro Ferita. Di seguito, alcuni dei racconti che hanno deciso di condividere con noi.