A seguito di una nuova epidemia di colera a Bujumbura, capitale del Burundi, MSF sta riaprendo il proprio centro specializzato nella cura della malattia.
L’allarme è stato lanciato dal ministero della sanità lunedì 17 gennaio, e negli ultimi giorni sono stati accertati 66 casi di colera nei due principali ospedali. Il focolaio non è stato ancora identificato, ma i casi provengono in prevalenza da Kamenge, uno dei quartieri più poveri di Bujumbura, nel quale si trova anche il centro di MSF.
“Il numero delle vittime sta continuando a salire ” spiega il responsabile della missione di MSF, Fabio Pompetti. “Da lunedì, giorno in cui è stato lanciato l’allarme, sono stati scoperti altri 42 casi. Abbiamo riaperto il nostro centro con 12 infermieri e 80 posti letto che dovrebbero bastare a coprire i bisogni più immediati“.
Intanto le autorità locali stanno effettuando una campagna di sensibilizzazione pubblica. Stanno inoltre irrorando l’area con una soluzione a base di cloro per eliminare i batteri. Adesso, per evitare ulteriori infezioni, i pazienti dovrebbero essere trasferiti dagli ospedali al centro di MSF.
“I primi giorni sono morte tre persone, nelle loro case, perché le famiglie non potevano permettersi il ticket di 3,50 euro per entrare all’ospedale” ha aggiunto Fabio Pompetti. “Successivamente è stato dichiarato lo stato di epidemia e quindi le cure sono diventate gratuite. Purtroppo era troppo tardi per queste povere famiglie. Questo dimostra ancora una volta che l’impossibilità di accedere alle cure sanitarie è un serio problema in questo paese“.
Il centro di MSF esiste dal 1995, quando fu creato per curare le popolazioni sfollate in seguito alla distruzione di Kamenge, durante la guerra civile. Da allora è stato utilizzato come centro nutrizionale supplementare per bambini malnutriti, come clinica per il trattamento del colera e come sede distaccata del vicino centro di MSF per la cura dei feriti di guerra. Quando in Burundi è tornata una relativa pace, con la firma degli accordi sulla spartizione dei poteri nel 2003 e nel 2004, il centro per il colera è stato chiuso ma tenuto in stand by in quanto le condizioni igieniche molto carenti e la mancanza di acqua pulita dei sobborghi possono far scoppiare un’epidemia di colera in qualsiasi momento.
Il colera è potenzialmente mortale e in Burundi le epidemie scoppiano regolarmente, propagandosi in tutto il paese. Nel giugno del 2004 MSF ha combattuto un’epidemia di colera nella provincia di Cibitoke, curando 200 pazienti. Il colera prospera in ambienti scarsamente igienici e senza fognature ma non è mortale, se preso in tempo. La rapida disidratazione causata dalla malattia può essere trattata somministrando al paziente fino ad alcuni litri di soluzione reidtratante per via endovenosa o per via orale. Generalmente nel giro di 48 ore si giunge alla guarigione completa ma, nonostante ciò, in molte aree dei Grandi Laghi il colera uccide ancora in modo significativo.