Comunichiamo con grande tristezza la scomparsa del nostro collega Jerry Muhindo Kavali, operatore di MSF in Repubblica Democratica del Congo (RDC), morto oggi a causa di una ferita di arma da fuoco riportata giovedì mentre si trovava nella base di MSF a Masisi, in Nord Kivu, durante gli scontri tra il VDP/Wazalendo e l’M23/AFC.
Il 21 febbraio le nostre équipe erano riuscite a trasferire Jerry a Goma in modo che ricevesse cure in un ospedale più attrezzato per la gravità delle sue ferite e per riavvicinarlo alla sua famiglia. Purtroppo, gli sforzi dell’équipe ospedaliera non sono serviti a salvargli la vita.
Siamo vicini alla sua famiglia in questo momento difficile e inviamo le nostre più sentite condoglianze a tutti i suoi cari e ai colleghi di Masisi.
Jerry, 49 anni, era un collega molto amato, conosciuto per il suo costante sorriso, la sua dedizione, la sua gentilezza e il suo incrollabile impegno nei confronti di MSF, di cui faceva parte dal 2014.
Tutta la famiglia di MSF è oggi in lutto. Proviamo anche rabbia, poiché la sua tragica morte avviene in un contesto di crescente violenza dentro e intorno alle strutture sanitarie e umanitarie nella parte orientale della RDC.
Ribadiamo la nostra più forte condanna per la mancanza di rispetto per il lavoro umanitario. È questa mancanza di rispetto che ha causato la morte di Jerry. Purtroppo, questi incidenti stanno diventando più comuni durante questo conflitto.
Ricordiamo ancora una volta a tutte le parti coinvolte nel conflitto che anche la guerra ha le sue regole.
Nel momento in cui scriviamo, la base di MSF e l’ospedale di Masisi sono ancora pieni di famiglie giunte lì per rifugiarsi dai combattimenti, così come di pazienti in cura, molti dei quali donne e bambini vittime della violenza degli ultimi giorni.
Solo il 20 febbraio, 11 pazienti sono stati curati per ferite da arma da fuoco in ospedale. Si tratta di civili, 7 dei quali erano donne e bambini.