Un membro del nostro staff è rimasto gravemente ferito dopo che alcuni colpi di arma da fuoco ieri mattina hanno colpito la nostra base nella città di Masisi, in Nord Kivu, Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Anche un bambino che si era rifugiato con la sua famiglia nel complesso di MSF è stato ferito da colpi di arma da fuoco.
Condanniamo fermamente le sparatorie che minano gravemente il principio di protezione degli operatori umanitari e delle strutture umanitarie durante un conflitto.
Fin dall’inizio di gennaio l’ospedale di Masisi, la nostra base e le aree circostanti sono state teatro di numerosi gravi attacchi.
Il 16 gennaio, davanti all’ospedale di Masisi, 2 civili sono stati colpiti, uno dei quali è morto. Il 19 gennaio, l’ospedale e la nostra base sono stati presi di mira e 2 membri del nostro staff sono rimasti feriti quando un razzo ha colpito il garage del centro sanitario.
Il 28 gennaio, una donna è stata uccisa durante gli scontri avvenuti tra la base e i dintorni del nostro ufficio. Il 16 febbraio, un membro dello staff del ministero della salute è stato ferito da un proiettile vagante nell’ospedale.
Questi ricorrenti e violenti attacchi sono inaccettabili. Nonostante i nostri ripetuti appelli alle parti in conflitto affinché proteggano le strutture umanitarie e sanitarie, la sicurezza dei pazienti, del personale medico e umanitario chiaramente non viene presa in considerazione. Il diritto umanitario viene violato. Tutto ciò deve finire”. Stephan Goetghebuer Responsabile dei programmi di MSF
L’ospedale di Masisi, che supportiamo dal 2007, ha accolto negli ultimi giorni decine di feriti di guerra.
Di fronte ai ripetuti attacchi che compromettono le operazioni a Masisi, stiamo valutando come adattare le nostre attività nella regione in un’area dove le necessità sanitarie e umanitarie sono enormi.