La notizia della morte di Salome Karwah giunge inaspettata e ci addolora profondamente. Salome, che aveva contratto l’Ebola, è stata una nostra paziente e dopo aver coraggiosamente combattuto la malattia che ha ucciso i suoi genitori e altri membri della sua famiglia, è tornata da noi per offrire il suo supporto pratico e psicologico alle persone colpite dalla malattia. Queste le sue parole: “Se un paziente non vuole mangiare, io lo incoraggio a mangiare. Se è debole e non riesce a lavarsi da solo, io lo aiuto a lavarsi. Aiuto i pazienti in tutto ciò che posso perché so che cosa vuol dire sperimentare l’Ebola, anch’io l’ho vissuta”.
L’esperienza diretta della malattia ha mosso in Salome una grande empatia verso i pazienti dei quali si è presa molta cura. Tutti i membri dello staff che hanno lavorato con lei ricordano la sua forza e compassione, ma anche il suo sorriso. Ha dato un enorme contributo al lavoro di MSF nel momento del picco dell’epidemia a Monrovia.
Salome è diventata anche il simbolo della lotta alla stigmatizzazione dei sopravvissuti all’Ebola, prendendo parte a molte interviste con media locali e internazionali. E’ stato davvero coraggioso da parte sua, ancor più in un paese nel bel mezzo di un’epidemia e molto spaventato dal virus. La nostra vicinanza va alla sua famiglia in questo difficile momento.