Risoluzione Onu in Siria non rinnovata: bloccati gli aiuti umanitari

Risoluzione Onu in Siria non rinnovata: bloccati gli aiuti umanitari

Risoluzione Onu in Siria: Medici Senza Frontiere chiede al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di rinnovare la risoluzione transfrontaliera (UNSCR 2672) che garantisce la fornitura di aiuti umanitari in Siria nord-occidentale.

Al fine di assicurare alla popolazione una fornitura continua di aiuti salvavita sono necessari canali di accesso all’area più estesi e sostenibili con ogni mezzo possibile e attraverso tutti i punti di attraversamento possibili.

L’imminente voto del 10 luglio, data in cui il Consiglio di Sicurezza voterà per l’estensione della risoluzione transfrontaliera, rappresenta un momento fondamentale per la Siria nord-occidentale. È scoraggiante vedere che l’accesso della popolazione agli aiuti umanitari sia rimasto invischiato in negoziati politici. L’incapacità di garantire una soluzione regolare e sostenibile per la fornitura degli aiuti mette a rischio la vita e la salute delle persone”. Sebastien Gay Capomissione di MSF in Siria

Il devastante terremoto che ha colpito la Siria nord-occidentale lo scorso 6 febbraio ha portato alla luce una situazione umanitaria già difficile e mostrato le fragilità e le mancanze nella capacità di portare aiuti umanitari nella regione. Il terremoto ha fatto emergere le lacune della risposta umanitaria che non è riuscita a rispondere adeguatamente alla portata e all’ampiezza dei bisogni.

Dopo il terremoto, per quasi tre giorni non è arrivato nessun aiuto umanitario internazionale in Siria nord-occidentale, lasciando la popolazione senza un riparo, al gelo e senza un’assistenza sanitaria adeguata. Il ritardo nell’arrivo degli aiuti salvavita ha evidenziato quanto la Siria nord-occidentale sia isolata”. Sebastian Gay Capomissione di MSF in Siria

Insieme ad altre organizzazioni, abbiamo più volte sottolineato che il numero limitato di canali attraverso i quali possono passare gli aiuti umanitari compromette la capacità di rispondere alle emergenze. Il terremoto ha dimostrato la necessità di diversificare i canali umanitari e di garantirne la sostenibilità a lungo termine. Con un accesso adeguato all’area, si sarebbero potute evitare molte morti legate al terremoto.

Se la risoluzione transfrontaliera non venisse rinnovata e non venisse creato un accesso sostenibile agli aiuti umanitari in Siria nord-occidentale, si avrebbero conseguenze disastrose sulla salute fisica e mentale della popolazione. Nel corso degli anni, il meccanismo transfrontaliero ha subito notevoli battute d’arresto, tra cui la riduzione dei valichi autorizzati da quattro a uno e la riduzione della durata di validità del rinnovo da un anno a sei mesi.

Un mancato rinnovo limiterebbe la nostra capacità e quella di altre organizzazioni di fornire assistenza salvavita alla popolazione in Siria nord-occidentale. Nonostante gli attuali sforzi per la pianificazione di emergenza, il canale umanitario transfrontaliero coordinato e monitorato dalle Nazioni Unite rimane l’opzione più affidabile ed efficiente in termini di costi per noi. Per mantenere questa portata di attività mediche e rispondere agli enormi bisogni medici e umanitari, la sostenibilità della nostra catena di approvvigionamento è fondamentale.

Inoltre, l’attuale validità semestrale del meccanismo transfrontaliero ostacola la preparazione alle emergenze delle organizzazioni nazionali e internazionali e non facilita l’attuazione di progetti sostenibili e a lungo termine, poiché i cicli di finanziamento sono legati a questo meccanismo. Abbiamo assistito in prima persona all’impatto negativo sulle strutture mediche salvavita della mancanza di fondi. Per garantire la preparazione alle emergenze, la costante minaccia del mancato rinnovo costringe le organizzazioni umanitarie ad accumulare scorte eccessive, con conseguenti sprechi.

È inoltre fondamentale che i valichi di Bab Al-Salama e Al-Rai, non coperti dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e aperti dopo il terremoto, rimangano aperti per i convogli umanitari. Tuttavia, l’estensione dell’apertura di questi punti non dovrebbe essere usata per giustificare il mancato rinnovo della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, poiché Bab Al-Hawa rimane il punto di passaggio più affidabile, economico e ampiamente utilizzato.

La fornitura degli aiuti umanitari dalle aree controllate dal governo al nord-ovest del paese può essere complementare, ma non sostitutiva del meccanismo transfrontaliero. Le discussioni sui canali per gli aiuti umanitari dovrebbero concentrarsi sull’attuazione pratica, la sicurezza, l’efficienza e la tempestività.

Ribadiamo l’invito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di rinnovare il meccanismo transfrontaliero.

Un accesso umanitario indipendente e imparziale in Siria nord-occidentale deve essere garantito a tutti i costi. Deve inoltre rimanere slegato da qualsiasi interferenza politica, poiché da esso dipendono le vite di milioni di persone”. Sebastian Gay Capomissione di MSF in Siria

Per approfondire: Syria Crossborder – Advocacy Briefing Paper – English