Siamo preoccupati per la situazione a Riang, nello stato di Jonglei, in Sud Sudan orientale, dove le comunità che vivono in aree remote faticano ad avere accesso ad acqua potabile, latrine e cure mediche di base.
Anni di inondazioni e violenze prolungate gravano pesantemente sulla regione, rendendo le comunità più vulnerabili, in particolare i bambini di età inferiore ai cinque anni.
A gennaio, un nostro team di emergenza si è spostato in aereo a Riang e in soli 5 giorni (dal 9 al 14 gennaio) ha effettuato circa 770 consultazioni mediche e ha distribuito kit contenenti zanzariere, coperte, secchi, sapone, depuratori d’acqua con filtri, teli di plastica e corde a più di 1.000 famiglie.
Questi beni aiutano le persone colpite dalle inondazioni a non contrarre patologie mortali come la malaria, infezioni respiratorie e malattie trasmesse dall’acqua.
Siamo preoccupati, la scorsa settimana il 60% dei bambini sotto i cinque anni trattati nella nostra clinica mobile è risultato positivo alla malaria. Alcuni di loro sono arrivati in gravi condizioni. Abbiamo anche visto persone affette da malattie non curate, come un gran numero di donne con sospette infezioni del tratto urinario, causate probabilmente dalla mancanza di acqua pulita. La situazione nella regione potrebbe peggiorare ulteriormente perché i donatori internazionali hanno garantito finanziamenti per le altre organizzazioni che lavorano a Jonglei solo fino al mese prossimo”. Roberto Wright Coordinatore dell’emergenza di MSF
Il calo dei finanziamenti a Jonglei riflette una tendenza generale in tutto il Sud Sudan, dove molte persone sono lasciate senza accesso alle cure mediche di base.
Chiediamo ai donatori internazionali di garantire che i finanziamenti continuino per le altre organizzazioni sanitarie attive nello stato di Jonglei, in modo che possano fornire cure mediche e assistenza umanitaria urgente, inclusa la distribuzione di cibo e acqua e la costruzione di latrine, alle persone che vivono in aree difficili da raggiungere come Riang.
Circondate da paludi, queste comunità rurali affrontano mesi di inondazioni durante le stagioni umide e violenze diffuse, e scarsità di risorse, come cibo e bestiame, durante le stagioni secche.
Le persone che vivono in questi villaggi devono camminare più di un’ora attraverso le paludi per raggiungere il centro di salute più vicino. A volte i malati vengono trasportati in cesti o su teli di plastica. Durante la stagione delle piogge, i livelli dell’acqua sono così alti che solo chi sa nuotare riesce a raggiungere un medico.
I pazienti che necessitano di cure specialistiche devono essere trasportati presso il nostro ospedale a Lankien, distante diversi giorni e notti di cammino.
Le storie dei nostri pazienti
Tenendo un lungo bastone per sostenere i suoi passi, Nyadeng Wal, 47 anni, ha camminato insieme alla nipote adolescente per raggiungere la clinica mobile del team di emergenza.
La ragazza trasportava suo fratello di due anni privo di sensi in un cesto sulla testa.
Abbiamo attraversato la palude durante la notte per portarlo in una clinica a Pathai. Gli hanno dato le medicine, ma non è migliorato”. Nyadeng Wal Paziente MSF
I nostri medici gli hanno diagnosticato una forma severa di malaria. Oggi il bambino è in cura presso una nostra struttura sanitaria a Pieri.
Anche Elizabeth Nyechot Koeng ha portato sua figlia di sette anni, Nyepay Riek Puor, alla clinica mobile a Riang. La bambina ha una grande ferita aperta su un lato della testa dallo scorso settembre.
La nostra casa nel villaggio di Pieth si è allagata con circa mezzo metro d’acqua. Ha piovuto così forte quella notte che il muro è crollato e ha colpito la sua testa. Tutta la famiglia è dovuta fuggire. Mio marito è partito con i nostri figli e sua madre per cercare un posto più sicuro. Nyepay stava sanguinando. Ho attraversato la palude con un familiare per portarla a Pulchol. Abbiamo trascorso tre giorni in una clinica e poi siamo tornati a Riang per cercare la nostra famiglia”. Elizabeth Mamma di un paziente MSF
Sono andati più volte in una clinica privata a Pathai dove potevano continuare a curare la bambina, ma la famiglia non aveva abbastanza soldi per finire il trattamento.
L’esperienza straziante di Nyepay e della sua famiglia rappresenta la situazione in molte parti del Sud Sudan. C’è un’emergenza dopo l’altra. Le inondazioni continue, la violenza in corso nella regione e la mancanza di strutture sanitarie gratuite hanno gravemente ridotto l’accesso alle cure mediche. Il risultato è che molte ferite non vengono trattate adeguatamente. Quelli che riescono a ricevere cure spesso non vengono seguiti o non hanno tempo per guarire”. Roberto Wright Coordinatore MSF