Pesanti inondazioni, tra le più gravi degli ultimi decenni, hanno colpito l’area intorno alla città di Bentiu, nel Sud Sudan settentrionale.
La mancanza di una risposta rapida delle organizzazioni umanitarie e delle autorità costringe almeno 152.000 persone sfollate a vivere in condizioni orribili e a confrontarsi con un aumento delle malattie infettive, insicurezza alimentare e malnutrizione.
Esortiamo le organizzazioni internazionali presenti a Bentiu, le Nazioni Unite e le autorità locali, a rafforzare urgentemente l’assistenza sanitaria, alimentare e nutrizionale, i servizi igienico-sanitari e a offrire sistemazioni adeguate agli sfollati.
La risposta umanitaria, pericolosamente lenta ed inadeguata, sta mettendo a rischio migliaia di vite. La situazione deplorevole all’interno del campo di Bentiu non è una novità. Per anni abbiamo ripetutamente segnalato le pessime condizioni del campo, eppure le altre organizzazioni e agenzie responsabili dei servizi igienico-sanitari non hanno sufficientemente aumentato o adeguato la loro risposta. Adesso, nonostante la crisi attuale, siamo come paralizzati, con impatti devastanti e rischi enormi per la salute delle persone che vivono nel campo di Bentiu e negli accampamenti improvvisati limitrofi”. Will Turner Responsabile delle operazioni d’emergenza MSF in Sud Sudan
Bisogni medici enormi
Le alluvioni hanno colpito oltre 850.000 persone in Sud Sudan e Bentiu, la capitale dell’Unity State, è stata l’area maggiormente colpita. A causa delle piene, circa 32.000 persone sono fuggite ed ora vivono in campi improvvisati intorno alla città di Bentiu.
Il numero degli sfollati interni a Bentiu è passato in soli due mesi da 12.000 a 120.000, con migliaia di persone arrivate nelle ultime settimane.
“Quando è arrivata l’alluvione ha distrutto tutto. Abbiamo dovuto lasciare le nostre case. Non abbiamo niente, ci mancano beni essenziali come acqua potabile, cibo e teli di plastica per proteggerci. Il mio desiderio per il futuro è che il livello dell’acqua si abbassi così da poter tornare tutti a casa e avere cibo a sufficienza”. Johnson Gailuak 28 anni sfollato a causa delle alluvioni
Con così tante persone nel campo, il nostro staff dell’ospedale di Bentiu lavora al limite delle proprie capacità.
A novembre, le nostre équipe hanno assistito in media circa 180 pazienti al giorno, la maggior parte bambini sotto i cinque anni affetti da malaria, infezioni del tratto respiratorio e malnutrizione.
A fronte di un aumento del 35 per cento dei ricoveri, registrato da agosto e ottobre, abbiamo aumentato di 45 posti letto il suo ospedale ai 135 già disponibili. Per rispondere all’aumento dei pazienti, le nostre équipe hanno trasformato la sala riunioni e altri ambienti in ambulatori e aree pediatriche.
Siamo estremamente preoccupati nell’osservare livelli di malnutrizione acuta grave due volte superiori quelli stabiliti dall’OMS e nel registrare un raddoppio del numero di bambini ricoverati nel nostro ospedale con malnutrizione grave dall’inizio delle inondazioni”. Jacob Goldberg Responsabile medico MSF in Sud Sudan
Nel frattempo, l’ospedale statale di Bentiu è sovraccarico e l’assistenza sanitaria di base è insufficiente, con orari di apertura limitati e nessun aumento dei posti letto per affrontare l’elevato numero di bambini colpiti dalla malnutrizione.
La tempesta perfetta per lo scoppio di un’epidemia
Nel campo di Bentiu le condizioni di vita sono orribili. Il sistema per il trattamento delle acque reflue è stato interrotto per settimane a causa delle inondazioni, rendendo non sufficiente il numero di latrine nel campo.
Con l’aumentare degli arrivi a causa delle alluvioni, le persone sono costrette alla defecazione all’aperto, non hanno abbastanza acqua e nel campo non c’è nemmeno la raccolta della spazzatura.
Con condizioni di vita già deplorevoli, oggi ulteriormente peggiorate dall’afflusso dei nuovi arrivi, le persone sono più esposte a epidemie e malattie come la diarrea acquosa acuta, il colera e la malaria.
Nei campi a Bentiu il numero di pazienti affetti da malaria è estremamente preoccupante perché quando i livelli dell’acqua si ritirano si crea un perfetto habitat per le zanzare. La maggior parte delle persone che vivono nei campi non possiede le zanzariere e sono così pericolosamente esposte alla malattia.
Circa il 60 per cento delle visite offerte dalle nostre cliniche mobili sono rivolte a pazienti affetti da malaria. In alcuni di questi campi le nostre équipe mediche stanno iniziando a vedere un aumento della diarrea acquosa acuta, probabilmente a causa delle scarse condizioni igienico-sanitarie.
Con l’ospedale completamente pieno, in caso scoppiasse un focolaio di una malattia infettiva, non avremmo abbastanza posti per rispondere adeguatamente”. Jacob Goldberg Responsabile medico MSF in Sud Sudan
“È necessaria un’azione urgente”
Abbiamo rapidamente incrementato le attività e portato un’ulteriore équipe di emergenza formata da personale medico, esperti di igiene e potabilizzazione dell’acqua e coordinatori per attività emergenziali, per gestire le cliniche mobili a Bentiu.
All’interno del campo di Bentiu attueremo anche una sorveglianza epidemiologica, e forniremo servizi idrici e igienico-sanitari per la pulizia e le riparazioni delle latrine.
Ma queste attività non bastano a soddisfare gli attuali bisogni. La risposta umanitaria di altre organizzazioni ed agenzie rimane lenta e non adeguata, e i donatori stanno iniziando solo ora ad inviare fondi d’emergenza.
La risposta umanitaria a Bentiu ha bisogno di un cambio di marcia urgente. Non c’è ancora cibo a sufficienza e anche la risposta igienico-sanitaria non è adeguata. Le persone non possono essere costrette a vivere in queste condizioni indegne, inutilmente esposte a malattie prevenibili. È necessaria un’azione urgente da parte di altre organizzazioni e agenzie internazionali”. Will Turner Responsabile delle operazioni d’emergenza MSF in Sud Sudan