Il South Hospital, principale ospedale per il trattamento dei feriti di guerra a El Fasher, è stato attaccato dalle Forze di Supporto Rapido (RSF).
Saccheggi e spari all’interno dell’ospedale
Sabato mattina i soldati delle RSF hanno fatto irruzione all’interno del South Hospital. Hanno aperto il fuoco, saccheggiato le forniture e rubato un’ambulanza.
A fronte di ciò, MSF e il Ministero della salute hanno dovuto sospendere tutte le attività nella struttura.
La maggior parte dei pazienti e dello staff medico che erano nell’ospedale – compreso tutto il personale di MSF – sono riusciti a fuggire e mettersi in salvo dagli spari delle RSF. Tuttavia, a causa del caos, il nostro team non è stato in grado di verificare se ci siano stati morti o feriti a causa della sparatoria.
Al momento dell’incursione c’erano solo 10 pazienti e un’équipe medica ridotta. Poiché, dopo l’intensificarsi dei combattimenti, MSF e il Ministero della salute avevano iniziato a trasferire i pazienti e i servizi medici in altre strutture all’inizio della scorsa settimana.
È oltraggioso che le RSF abbiano aperto il fuoco all’interno dell’ospedale. Non si tratta di un incidente isolato. Il personale e i pazienti hanno assistito a diversi attacchi alla struttura per settimane, ma aprire il fuoco all’interno di un ospedale supera ogni limite. Le parti in conflitto devono smettere di attaccare gli ospedali che, uno dopo l’altro, vengono danneggiati e chiusi. Le strutture rimaste ad El Fasher non sono preparate per afflussi di feriti di massa. Stiamo cercando di trovare delle soluzioni, ma la responsabilità è delle parti in conflitto che devono risparmiare le strutture mediche”. Michel Lacharitéresponsabile delle emergenze di MSF
Il South Hospital, tra il 25 maggio e il 3 giugno, era già stato colpito per tre volte da colpi di mortaio e proiettili. Uccidendo 2 persone e ferendone 14, tra pazienti e familiari.
La struttura era il principale ospedale di riferimento per il trattamento dei feriti di guerra a El Fasher. L’unica attrezzata per gestire afflussi di pazienti di massa e uno dei due ospedali con capacità chirurgiche. In meno di un mese, tra il 10 maggio e il 6 giugno, oltre 1.300 feriti sono stati curati presso questo ospedale.
Ora, a seguito dell’incremento della violenza, i feriti sono stati trasferiti in altre strutture che non sono preparate a gestire un tale afflusso di pazienti, come l’ospedale pediatrico e l’ospedale saudita.