Nel campo di Zamzam, in Darfur settentrionale, la situazione nutrizionale è disastrosa e continua a peggiorare di giorno in giorno. È quanto emerso da uno screening nutrizionale condotto all’inizio del mese dalle autorità sanitarie sudanesi in collaborazione con Medici Senza Frontiere (MSF), che esorta le Nazioni Unite e gli attori internazionali coinvolti nei negoziati per l’accesso umanitario a considerare ogni tipo di opzione, inclusi i lanci aerei, per una consegna rapida di cibo e forniture essenziali nell’area.
I risultati dello screening non solo confermano la situazione disastrosa che noi così come altri soggetti coinvolti abbiamo osservato e denunciato per mesi, ma ne mostrano anche il peggioramento giorno dopo giorno. Non c’è più tempo. Stiamo parlando di migliaia di bambini che moriranno nelle prossime settimane se non riceveranno cure adeguate e se non si troveranno soluzioni urgenti per consentire l’arrivo di aiuti umanitari e beni essenziali a Zamzam”. Michel Olivier Lacharité Responsabile delle operazioni di emergenza di MSF
Anche se di recente ci sono stati alcuni segnali positivi, come i colloqui di pace di Ginevra, nessun aiuto umanitario significativo è ancora arrivato alla popolazione del campo di Zamzam e alla vicina città di El-Fasher, colpita dalla guerra, da quando il Comitato di Revisione sulla Carestia (FRC) dell’IPC ha dichiarato che la zona si trovava in condizioni di grave carestia lo scorso 1° agosto.
La maggior parte delle strade su cui transitano gli approvvigionamenti è controllata dalle Forze di Supporto Rapido (RSF), che hanno reso praticamente impossibile l’ingresso di cibo terapeutico, medicine e forniture essenziali nel campo da quando si sono intensificati i combattimenti intorno a El Fasher lo scorso maggio.
Non c’è più tempo da perdere se si vogliono evitare migliaia di altre morti prevenibili. Tra gli oltre 29.000 bambini sotto i 5 anni sottoposti a screening durante una campagna di vaccinazione nel campo di Zamzam la scorsa settimana, il 10,1% soffre di malnutrizione acuta grave (SAM), una condizione che mette a serio rischio la vita, mentre il 34,8% soffre di malnutrizione acuta globale (GAM), che se non trattata in modo efficace e tempestivo potrebbe evolvere in forme più gravi di malnutrizione.
I tassi di malnutrizione riscontrati durante lo screening sono tra i peggiori al mondo in questo momento. E la cosa più terrificante è che sappiamo per esperienza che i risultati sono spesso sottostimati in quest’area quando ci basiamo sulla sola misurazione della circonferenza medio-alta del braccio, senza misurare anche peso e altezza”. Claudine Mayer Referente medico di MSF
Uno screening di massa di MSF effettuato nel marzo 2024 aveva rivelato un tasso di SAM dell’8,2% e un tasso di GAM del 29,4%, che era già doppiamente oltre la soglia di allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fissata al 15%.
Al momento, l’unico cibo disponibile proviene da scorte preesistenti, che non sono sufficienti a sfamare tutti gli abitanti della zona. Inoltre, i prezzi dei prodotti alimentari sono almeno tre volte superiori al resto del Darfur.
Anche i prezzi del carburante sono alle stelle: questo aumento vertiginoso rende ancora più difficile garantire servizi essenziali come il pompaggio dell’acqua e il funzionamento delle cliniche, che dipendono dai generatori per l’elettricità. Il nostro staff sul campo riferisce che per molti è impossibile consumare più di un pasto al giorno.
In una situazione così drammatica, dovremmo intensificare la nostra risposta. Invece, con le forniture ormai agli sgoccioli, stiamo quasi arrivando a un punto di rottura. Di recente siamo stati costretti a ridurre le nostre attività per concentrarci esclusivamente sui bambini in condizioni più gravi. Questo significa che abbiamo dovuto sospendere le cure per chi era affetto da forme meno gravi di malnutrizione, ovvero per circa 2.700 bambini, e interrompere le consultazioni per gli adulti e i bambini di età superiore ai 5 anni, che erano migliaia ogni mese”. Claudine Mayer Referente medico di MSF
Si stima che il campo di Zamzam ospiti tra le 300.000 e le 500.000 persone, molte delle quali sfollate più volte per fuggire dalla guerra che dall’anno scorso sta dilaniando il Sudan. A El Fasher, dove vivevano molte persone sfollate, rimane solo un ospedale parzialmente operativo, mentre gli altri sono stati danneggiati o distrutti durante il conflitto.
A causa di questi blocchi inaccettabili delle forniture, abbiamo l’impressione di trascurare un numero sempre crescente di pazienti che hanno già pochissime possibilità di ricevere cure salvavita. Se le strade non sono un’opzione per far arrivare rapidamente al campo grandi quantità di forniture urgenti, le Nazioni Unite dovrebbero considerare tutte le opzioni disponibili. Ritardare l’arrivo delle forniture significa causare altre migliaia di morti, soprattutto tra i più vulnerabili”. Michel Olivier Lacharité Responsabile delle operazioni di emergenza di MSF