Eleonora Selmi

Eleonora Selmi

Ostetrica MSF
Nascere a Moria

Sono ormai 3 mesi che mi trovo su questa splendida isola greca di Lesbo. Mi ricorda tanto casa mia: il mare, la gente, il cibo somigliano tanto alla mia Sicilia.

Lavoro come ostetrica nella clinica MSF nel campo di Moria dove, con tutto il team, continuiamo a dare il massimo in termini di cure materno infantili ma soprattutto in termini di umanità. Per le mamme e i bimbi di Moria ogni cosa risulta difficile: non c’è acqua calda, non c’è corrente elettrica, il cibo scarseggia e la spazzatura si accumula, con tutti i rischi sanitari che questo comporta.

Ogni giorno le mamme arrivano numerose davanti la nostra clinica, portano i loro bimbi avvolti come fagottini tra le infinite coperte. Come qualsiasi genitore, cercano di proteggerli dalla pioggia, dal freddo e dall’umidità della notte che invade le loro tende; cercano di proteggerli dal fumo che proviene dai vari focolai accesi per combattere il freddo notturno; cercano di proteggerli dalle difficoltà del mondo.

Cercano di rendere il loro abbraccio un posto sicuro, come era il loro grembo durante la gravidanza vissuta spesso tra tanti rischi.

Ogni mattina si presentano da me orgogliose di mostrarmi il loro piccolo grande tesoro ma anche preoccupate. Ripetono spesso: “Moria non è un posto per far crescere un bambino”.

Durante le visite postnatali trovo spesso la presenza di comuni infezioni e importanti irritazioni cutanee sui neonati. Sono tutte causate dalla mancanza di igiene e dalla mancanza di acqua corrente. Le mamme, poi, non hanno abbastanza pannolini per cambiare con la giusta frequenza il loro bambino causando reazioni cutanee che non avrei mai voluto vedere su un neonato.

Infezioni di questo tipo possono anche ostacolare l’allattamento al seno che, in un contesto come questo, è un aspetto salvavita per ogni bimbo. Oltre a dare tanto conforto durante le gelide notti passati in tenda, rafforza il sistema immunitario proteggendo dalle varie infezioni respiratorie molto presenti tra i bambini a Moria.

Ogni volta che incontro una di queste mamma nel nostro ambulatorio, rimango meravigliata dalla loro enorme forza fisica e mentale.

Mentre li tengo in braccio i loro bambini li guardo negli occhi e mi chiedo spesso se possano capire o percepire in che contesto difficile si trovano, mi chiedo spesso quanto questo impatterà sulle loro vite, sul loro futuro. La risposta che trovo è sempre la stessa: nessun bimbo, nessuna madre dovrebbe vivere così questi momenti speciali della vita.

L’abbraccio di una madre

L’abbraccio tra una madre e il suo bambino, quello spazio sacro tra cuore a cuore, dovrebbe essere il posto più sicuro al mondo. Questa sicurezza è ancora una volta messa a rischio dalla tesa e vulnerabile situazione degli ultimi giorni: dagli scontri, dai gas lacrimogeni e dalla violenza che si sta generando in questa meravigliosa isola ai confini dell’Europa.

L’abbraccio di una madre che tutti noi cerchiamo nei momenti difficili della nostra vita è un diritto assoluto di ogni essere umano, un diritto di ogni bambino su questa terra.