La fuga di milioni di persone da guerre e povertà è una delle crisi umanitarie più gravi del momento storico in cui viviamo. Per questo 3 anni fa abbiamo lanciato la campagna #MILIONIDIPASSI, un appello all’opinione pubblica e ai governi per restituire umanità al tema delle migrazioni forzate e garantire il diritto di tutti ad avere salva la vita.
I motivi che spingono le persone a fuggire dai propri Paesi sono diversi e spesso correlati tra loro: guerre (Siria, Iraq, Sud Sudan, Yemen, Somalia), instabilità politica e militare (Mali), regimi oppressivi (Eritrea, Gambia), violenze (lago Chad), povertà estrema (Senegal, Costa d’Avorio, Tunisia).
In particolare, nei conflitti armati, che coinvolgono milioni di persone nel mondo, chi subisce maggiormente le conseguenze delle violenze sono i civili: donne, bambini, anziani e disabili.
Attraverso la campagna #Milionidipassi abbiamo raccontato questa crisi umanitaria, aggravata dalle politiche europee, documentando anche più da vicino la situazione dentro e fuori i centri di accoglienza in Italia.
Abbiamo raccontato tutto questo affinchè il tema della migrazione venisse trattato con più umanità e venissero create vie legali e sicure per chi cerca protezione.
A long walk
Nella primavera del 2012, la fotografa americana Shannon Jensen ha documentato l’esodo di trentamila persone che dal Sudan cercavano rifugio in Sud Sudan per sfuggire ai combattimenti dell’esercito.
I nostri operatori sono stati testimoni dell’esodo di massa, fornendo cure mediche e acqua potabile ai rifugiati e denunciando l’inadeguatezza della risposta umanitaria internazionale.
Le scarpe logore dei rifugiati sudanesi fotografate dalla Jensen sono perciò diventate il simbolo della campagna #Milionidipassi.
Cosa abbiamo chiesto
Nello specifico, abbiamo chiesto all’Europa di:
- Stabilire canali regolari per consentire alle persone di cercare protezione in modo sicuro;
- Ripristinare un adeguato dispositivo di soccorso in mare e non permettere che il mare che bagna le nostre coste si trasformi per sempre in un cimitero.
- Garantire adeguate condizioni di accoglienza e prevedere piani per la gestione dell’emergenza alle frontiere che permettano a chi fugge di vivere dignitosamente durante il viaggio verso un futuro più sicuro.
I passi che abbiamo fatto
#NotMyEurope
Abbiamo lanciato un appello per mobilitare la cittanza e chidere a ognuno di opporsi in prima persona alle politiche disumane dell’Unione Europea in tema di migrazione.
Abbiamo quindi organizzato una vera e propria mobilitazione, in collaborazione con altre organizzazioni della società civile, il 25 marzo 2017, quando i leader europei si sono riuniti per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma.
Grazie a una imponente installazione, abbiamo portato il Mediterraneo nel cuore della capitale, sulle acque del Tevere, per una simbolica azione di protesta contro le politiche migratorie dell’UE e per chiedere un’Europa più umana e accogliente verso chi fugge da guerre, persecuzioni o povertà.
#Milionidipassi Experience
Abbiamo realizzato e portato nelle piazze italiane un’installazione itinerante, multimediale ed esperienziale dedicata alle persone in fuga. Abbiamo provato a far “vivere” allo spettatore la realtà di milioni di persone che sono costrette a lasciare i loro paesi a causa di guerre, violenze o povertà.
Indossando dei visori, era possibile assistere a scene a 360 gradi e immergersi negli estenuanti viaggi via terra e via mare che dalla Siria portano in Grecia e poi lungo i Balcani, o nelle baracche fatiscenti dei campi profughi del Sud Sudan, dove centinaia di migliaia di persone sono sfollate a causa delle violenze indiscriminate dovute a un violento conflitto interno.
L’anti-slogan
Abbiamo raccolto i luoghi comuni sulla migrazione più diffusi e più utilizzati per criminalizzare questo fenomeno e li abbiamo smentiti uno ad uno.