Dopo la guerra, la rinascita: a Milano la mostra fotografica MSF sui pazienti dell’ospedale di chirurgia ricostruttiva in Giordania

In tutte le guerre ci sono i sopravvissuti. La mostra fotografica From the Ashes, I Rose من الرماد نهضت – Un viaggio nell’ospedale di Medici Senza Frontiere in Giordania”, della fotografa e documentarista Rehab Eldalil, racconta i feriti dei conflitti in Medio Oriente, da Gaza alla Siria, dallo Yemen all’Iraq, ricoverati nell’ospedale di chirurgia ricostruttiva di Medici Senza Frontiere (MSF) ad Amman.

La mostra di MSF, realizzata in collaborazione con il festival di fotografia “Cortona On The Move” con il patrocinio del Comune di Milano e curata da Paolo Woods e Kublaiklan, sarà esposta dal 21 novembre al 1° dicembre alla Sala Colonne della Fabbrica del Vapore di Milano. L’inaugurazione si terrà il 21 novembre alle ore 18 (dettagli e info accrediti in coda al comunicato). 

Il progetto fotografico, in mostra alla 14^ edizione del festival internazionale di fotografia “Cortona On The Move” e vincitore del premio Lucie Foundation 2024, cristallizza storie di resilienza di pazienti affetti da ustioni o gravi amputazioni con l’obiettivo di raccontare le capacità acquisite durante il loro percorso di riabilitazione nell’ospedale di MSF, diventato un luogo di rinascita e non soltanto di cura.

Nonostante i limiti fisici imposti da un’amputazione o un’ustione grave, i pazienti hanno voluto collaborare al processo creativo contribuendo alla realizzazione dell’installazione. Accanto a ogni foto c’è una firma speciale del paziente ritratto, una poesia o un lavoro artigianale, come disegni e scatti istantanei arricchiti con il diamont painting, tecnica terapeutica psicologico-riabilitativa efficace per alleviare lo stress utilizzata dal team di MSF ad Amman. Il risultato è un progetto artistico unico che rende il soggetto della fotografia protagonista della narrazione di sé e della propria storia.

“Il mio lavoro testimonia la resilienza, la forza e le capacità dei pazienti dell’ospedale di MSF. Insieme al personale ospedaliero hanno formato una comunità che si ispira e si rafforza a vicenda, che trasforma le difficoltà e le esperienze in superpoteri che si irradiano oltre i corridoi dell’ospedale” dichiara Rehab Eldalil. “Per me è stato un onore essere accolta in questa comunità e lavorare a questo progetto fotografico, per testimoniare tale umanità in questo tempo di grandi avversità”.

Le foto esposte mostrano gli effetti devastanti dei conflitti armati sui civili non da una prospettiva di sofferenza ma di voglia di rinascita, mostrando come profonde ferite fisiche e psicologiche possano trasformarsi in simboli di resilienza dichiara Chiara Magni, responsabile del Public Engagement di MSF

Nell’ospedale di Amman di MSF, attivo dal 2006, i servizi di chirurgia ortopedica, plastica e fisioterapica sono integrati a un’attività di supporto alla salute mentale che include psicoterapia, counselling e art therapy con l’obiettivo di “ricucire” le vite delle vittime di conflitti in Medioriente. Dal 2016 viene utilizzata anche la stampa 3D per creare dispositivi protesici che consentano ai pazienti di ritrovare la loro autonomia e svolgere le attività quotidiane.

 

La mostra sarà aperta al pubblico dal 22 novembre al 1° dicembre, dalle ore 11 alle 19 (ultimo ingresso alle 18); registrazione obbligatoria.

Rehab Eldalil (Cairo, Egitto, 1989) è fotografa documentarista, narratrice visiva ed educatrice. Si occupa di progetti personali, e collabora con ONG e pubblicazioni che documentano storie di interesse umano e ambientale nel Sud-Est Asiatico e in Nord Africa. Ha vinto il World Press Photo Award 2022, Fotoevidence W Award 2022, Trobades Premi Mediterrani Albert Camus Award 2022 e Foam Talents 2024.

Medici Senza Frontiere  (MSF)

MSF è un’organizzazione medico-umanitaria internazionale indipendente che fornisce soccorso medico a popolazioni la cui sopravvivenza è minacciata da conflitti armati, violenze, epidemie, disastri naturali o esclusione dell’assistenza sanitaria. Oggi è impegnata in oltre 70 paesi, tra cui Gaza, Ucraina, Sudan, Afghanistan, Yemen e tante altre emergenze più o meno dimenticate.

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