Naufragio Roccella Jonica, MSF: “Silenzio istituzioni è incurante del dolore di chi sopravvive”

Alla luce dell’ultimo naufragio nel Mediterraneo, in cui almeno 60 persone sono morte e solo 11 sono sopravvissute, Medici Senza Frontiere (MSF) chiede azioni concrete alle autorità italiane e alle istituzioni europee. Intanto, un team di MSF a Roccella Jonica, composto da psicologi e mediatori interculturali, sta offrendo supporto psicologico ai sopravvissuti.

Qui di seguito la dichiarazione completa di Marco Bertotto, direttore dei programmi di Medici Senza Frontiere in Italia.  

“Di fronte all’ennesima conta straziante, 21 salme e oltre 60 dispersi in soli 10 giorni, il silenzio istituzionale è vergognoso. Un silenzio incurante del dolore di chi sopravvive, un vuoto disumano non tollerabile. Non c’è risposta dai governi italiani e dalle istituzioni europee agli oltre 1.000 morti nel Mediterraneo solo quest’anno, la loro inerzia ha svuotato il Mediterraneo di mezzi e risorse di ricerca e soccorso.

Sei morti al giorno sono qualcosa di più che la dimostrazione di un fallimento delle autorità italiane, smascherano soprattutto una tragedia umanitaria costruita a tavolino, provvedimento dopo provvedimento, dai diversi governi che si sono succeduti in questi anni.

Invece di azioni concrete per evitare altre tragedie in mare, come rafforzare le attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo o creare vie legali e sicure per arrivare in Europa, le autorità italiane e le istituzioni europee hanno scelto consapevolmente politiche letali di deterrenza, violenza alle frontiere, respingimenti forzati, accordi con paesi terzi che perseguitano le persone migranti e la sistematica criminalizzazione di chi tenta di soccorrere chi è in pericolo in mare.

Ciascuna di queste scelte politiche disumane ha contribuito a far sì che ieri intere famiglie scomparissero inghiottite dal mare davanti alle coste italiane. All’indomani dell’ennesima strage in mare, il dolore dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime reclama risposte, azioni e responsabilità da parte delle istituzioni italiane ed europee per impedire altre morti”.

Ufficio Stampa

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